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Fas (Fetal alcohol syndrome): deficit cognitivi e comportamentali

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Attenzione a bere quando si aspetta un figlio

I casi di bambini affetti da disturbi comportamentali e cognitivi sono in aumento di pari passo con l’aumento delle donne che in gravidanza assumono sostanze alcoliche. In occasione della “Giornata internazionale di sensibilizzazione alla sindrome alcol fetale e i disturbi correlati”, lunedì 9 settembre, Andrea Finessi, direttore del dipartimento per le dipendenze dell’Ulss 19 di Adria, lancia l’allarme e ricorda l’importanza di non assumere alcol nei nove mesi di gravidanza

 

Disturbi del sonno, deficit intellettivo, disturbi dell’attenzione e della memoria, iperattività e impulsività, disturbi del linguaggio e dell’udito. Sono solo alcuni deficit comportamentali e cognitivi procurati nei neonati dalla Fas (Fetal alcohol syndrome).

 


La Fas è causata dall’uso di alcol durante la gravidanza e ha conseguenze devastanti sulla crescita e sullo sviluppo neurologico del neonato. Questa sindrome, che rappresenta la terza causa di ritardo mentale nei bambini, è ancora poco conosciuta ma è in evidente crescita come dimostra l’aumento dei neonati colpiti nei paesi occidentali: dal 10% al 30% nell’ultimo decennio. Oltre a diverse tipologie di danno cerebrale, può causare dei significativi deficit comportamentali e cognitivi.

 

Lunedì 9 settembre è stata la “Giornata internazionale di sensibilizzazione alla sindrome alcol fetale e i disturbi correlati” patrocinata da Eurocare (European Alcohol Policy Alliance) che organizza già da diversi anni a livello europeo iniziative di sensibilizzazione per la riduzione dei problemi alcol correlati. La data dell’iniziativa, forse non scelta a caso, è il nono giorno del nono mese dell’anno, probabilmente per sottolineare l’importanza di non assumere alcol nei nove mesi di gravidanza: l’esposizione all’alcol del nascituro è considerata la principale causa non genetica di disabilità cognitiva nel mondo occidentale.

 


Secondo gli esperti dell’Organizzazione mondiale della sanità non esiste una quantità minima di alcol che possa essere ritenuta priva di rischi per la salute del nascituro, del neonato e del bambino, pertanto l’Oms raccomanda l’astensione totale dal consumo di alcolici in gravidanza e allattamento. Pure con consumi di alcolici in piccole quantità sono state riscontrate delle conseguenze negative, tra cui l’aumento di aborti spontanei e problemi di salute a lungo termine nel bambino, quali minor capacità di memoria, problemi di attenzione e iperattività.
Sulla base di queste indicazioni il Dipartimento per le dipendenze Ulss 19, guidato da Andrea Finessi, nell’ambito delle attività di sensibilizzazione rivolte alla popolazione, affronta il problema e realizza, da diversi anni, all’interno dei corsi di preparazione alla nascita del Consultorio familiare, un’attività di informazione specifica sugli effetti del consumo di alcol rivolta alle donne in gravidanza.

 


“Il consumo di alcol è molto diffuso nella popolazione in generale - riferisce il direttore Finessi - e il riscontro di un incremento del suo uso nelle donne è un campanello d’allarme che induce a riflessioni e azioni sempre più articolate in ambito culturale, sociale e sanitario. Riflessioni e azioni che dovrebbero partire dal dato di fatto che le donne sono sicuramente più esposte ai rischi derivanti dal consumare personalmente alcol e dall’uso di alcol di altre persone con possibili conseguenze violente”.

http://rovigooggi.it/articolo/2013-09-11/attenzione-a-bere-quando-si-aspetta-un-figlio/


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)