Fazio: considerazioni sulla cultura italiana del vino
Fazio: considerazioni sulla cultura italiana del vino
"Gli incidenti stradali sono la prima causa di morte tra i giovani dai 21 ai 29 anni e nel 30-50% dei casi sono correlati al
consumo di alcol. I giovani bevono sempre più compulsivamente e fuori pasto, una pratica ben diversa dal consumo adulto e
moderato di un paio di bicchieri a pasto, in particolare di vino, che fa parte della cultura del nostro Paese": parole del
Ministro della Salute Ferruccio Fazio dal convegno "Sicurezza stradale e giustizia", promosso alla Corte di Cassazione a Roma
da Ania-Fondazione per la sicurezza stradale e ForMed, la fondazione che promuove il dialogo tra enti su questioni
giuridiche, economiche e sociali. "Non vogliamo demonizzare l'alcol - prosegue il Ministro - ma bisogna tracciare una linea
divisoria fra il consumo moderato di un paio di bicchieri a pasto, come è nella cultura italiana e quello smodato che si
registra fra i giovani. Un elemento che occorre tener presente anche in sede europea: Norvegia e Svezia non hanno produzioni
di vino e perciò sono a favore del proibizionismo totale. E proprio per richiamare l'attenzione su un problema che altri
Paesi hanno già messo a fuoco e che in Italia appare ancora sottovalutato, dal 6 luglio l'Ania lancerà una campagna di
comunicazione su tv, radio e giornali con lo slogan "Pensa a guidare".
Un quadro sugli incidenti stradali nel 2010 arriva dal trend dei week end nei primi 4 mesi dell'anno. Le cifre sono
dell'Asaps, l'Associazione amici della Polizia stradale, e dicono che rispetto al primo quadrimestre 2009, il numero dei
morti è salito del 5,9% e il 36,6% delle vittime aveva meno di 30 anni e nella fascia oraria tra le 22 e le 6 del mattino,
gli incidenti mortali sono passati da 94 a 117. E questo nonostante gli incidenti siano complessivamente diminuiti (-3,3%).
Come mai tanti morti tra i giovani? La risposta, purtroppo, è legata all'uso di droga e, soprattutto, di alcol. In Italia è
boom di consumo di alcolici tra gli over 65 (soprattutto vino) e i giovanissimi under 16, con birra e superalcolici. In certe
occasioni si arriva a bere anche più di 6 bevande alcoliche diverse. E la voglia di sballo si traduce in un comportamento
denominato "binge drinking", ossia bere al solo scopo di ubriacarsi. Un fenomeno che si registra nel 22% dei maschi tra i 18
e i 24 anni e nel 6,5% delle coetanee. E tra le ragazzine di 16-17 anni, la percentuale che si attesta al 4%, un valore ben
più alto della media femminile nazionale (2,8%).
Comportamenti quali il bere compulsivo, il "binge drinking" e il consumo di alcol al di fuori dei pasti ha portato,
sottolinea il Ministro Fazio, "ad un aumento dei giovani che si rivolgono ai servizi pubblici, alle sezioni dei Sert che si
occupano di problemi legati all'abuso di alcol". E in materia di prevenzione, spiega il Ministro della Salute, "ho incontrato
il Ministro Gelmini, abbiamo avuto un lungo colloquio per mettere a punto una serie di iniziative nelle scuole che rendano
più incisiva l'azione antialcol. Già abbiamo un tavolo sull'educazione scolastica, ora pensiamo a una ricognizione di quel
che il tavolo tecnico sta facendo per rendere la sua azione più efficace. E' un'idea del ministro Gelmini". Il Ministro Fazio
ha inoltre annunciato interventi di formazione destinati agli addetti alla vendita di sostanze alcoliche.