Fegato in crisi? Farmaci e alcol i peggiori nemici
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Fegato in tilt? Colpa delle cure fai-da-te
Troppi farmaci possono mandare in affanno il fegato, appesantendone il lavoro. E' bene quindi evitare l'autoprescrizione.
Troppi farmaci e il fegato va in tilt. E' questo l'allarme lanciato dagli esperti riuniti in un Convegno promosso dall'Associazione Italiana
per lo Studio del Fegato e il Policlinico Universitario Gemelli di Roma. Se il carico di medicinali è eccessivo, infatti, si appesantisce il
lavoro del fegato. Evitare, quindi, il fai-da-te. "E' anche vero, però, che gli effetti collaterali non sono così diffusi e che in Italia il
fegato è sempre stato ‘culturalmente' sopravvalutato e l'alcol un suo nemico sottovalutato" precisa il professor Mauro Podda, responsabile
del Dipartimento di Medicina Interna di Humanitas e professore ordinario di Medicina all'Università degli Studi di Milano, con cui
approfondiamo l'argomento.
Professor Podda, i farmaci appesantiscono realmente il fegato?
"Ribadisco che non è così frequente avere effetti collaterali a carico del fegato. I farmaci danno una vera alterazione in casi rari perché
vi è una predisposizione genetica (in futuro sempre più prevedibile attraverso screening appropriati) o una epatopatia grave oppure se il
farmaco è assunto a dosi estremamente elevate. Si pensi al paracetamolo. Se la dose è corretta non ha effetti collaterali e può essere
assunto anche dalle donne in gravidanza e nei bambini. Certo è che se si prendono 15 grammi, quindi, una quantità molto elevata, non solo è
tossico per il fegato, ma per l'intero organismo e può condurre a morte o trapianto di fegato. E di questo si è consapevoli. Il concetto, che
condivo con gli esperti riuniti al Congresso, è che i farmaci debbano essere assunti seguendo le indicazioni che tengano conto delle
caratteristiche individuali".
Il fegato è un organo sopravvalutato e l'alcol una sostanza sottovalutata? In che senso?
"In Italia, rispetto agli altri Paesi, soprattutto anglosassoni, è diffusa la ‘cultura' che il fegato debba essere un organo da proteggere
perché considerato particolarmente vulnerabile. Ma in questo presupposto non vi è fondamento scientifico. In passato, seguendo questa tesi,
si abusava di farmaci inutili come gli epatoprotettori, molto spesso da iniettarsi per via parenterale, che hanno ottenuto il risultato
contrario disseminando infezioni da epatite B e C che l'hanno, così, danneggiato. E, invece, si sottovaluta il vero nemico del fegato, che è
l'alcol, su cui verte troppa indulgenza. L'alcol può essere considerato un farmaco sia per gli effetti neuropsichici sia perché modula molto
la risposta ai principi attivi amplificandola o riducendola. E' un paradosso italiano, uno dei tanti".
A cura di Lucrezia Zaccaria