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Fendimetrazina: effetti del farmaco

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Fendimetrazina

Fendimetrazina è il nome di un farmaco anoressizzante, in grado, cioè, di attenuare la sensazione di appetito mediante un'azione diretta sul

sistema nervoso centrale. Per questo motivo la fendimetrazina viene talvolta consigliata, ma soltanto per uso occasionale e sotto stretto

controllo medico, a pazienti obesi non rispondenti agli approcci dietetici tradizionali.
La cosa più importante da capire per chi ha intenzione di utilizzare la fendimetrazina è il motivo per cui se ne consiglia un uso

occasionale. Questo farmaco, infatti, è per molti versi simile all'amfetamina (considerata il capostipite dei farmaci impiegati per il

trattamento dell'obesità); anche gli effetti collaterali, sebbene attenuati, sono simili.
L'azione farmacologica della fendimetrazina si espleta a livello del sistema nervoso centrale, dove induce un rilascio dose-dipendente di

adrenalina e noradrenalina. Questo effetto si traduce da un lato in maggiore euforia, benessere, efficienza fisica ed aggressività, e

dall'altro in una minore percezione della fatica e della fame. L'utilizzatore rimane piacevolmente sorpreso da questi effetti, vede il suo

peso scendere rapidamente e spesso è spronato ad aumentare le dosi di assunzione. Dopo qualche mese si entra nella fase cosiddetta di

"tolleranza", perché l'organismo sviluppa resistenza all'azione farmacologica della fendimetrazina. Per superare questo ostacolo, il paziente

è propenso ad aumentare le dosi di assunzione, ma fortunatamente, nella maggioranza dei casi si imbatte contro l'assoluto rifiuto da parte

del medico o del farmacista, ben consci degli effetti collaterali del farmaco (la dispensazione di medicinali a base di fendimetrazina è

fortemente regolata per legge). Si entra così in una fase di astinenza, in cui gli effetti del farmaco si ribaltano completamente, con

comparsa di stanchezza, ansia, depressione e notevole iperfagia (aumento incontrollato e senza causa scatenante dell'appetito). Alla fine,

quindi, il più delle volte il paziente finisce col riguadagnare rapidamente il peso perduto, con ripercussioni psicofisiche assai negative.

Se invece riesce ad aggirare l'ostacolo rappresentato dal rifiuto medico di aumentare le dosi - magari rivolgendosi ad internet, al mercato

nero o a professionisti meno coscienziosi - il rischio di gravi effetti collaterali aumenta ulteriormente.
Per evitare l'assuefazione, i medici suddividono il trattamento con fendimetrazina in cicli ripetuti, in cui si alternano fasi di assunzione

con periodi di astinenza. In nessun caso, l'assunzione dev'essere interrotta bruscamente; è invece necessario diminuire gradualmente le dosi per aiutare l'organismo a non averne più bisogno.

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)