Ferrara: ricerca dell'Istituto di Medicina Legale sul rapporto tra alcol e incidenti stradali mortali
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Morti al volante, l'alcol è un killer
Ha bevuto troppo un deceduto ogni tre. L'ebbrezza in metà degli incidenti
FERRARA. Lo spauracchio della patente a punti ha funzionato per un anno o due, è andata un po' meglio quando la legge ha
introdotto, quattro anni fa, sanzioni proporzionate al tasso alcolico misurato nel sangue. I ferraresi si mettono al volante
con una leggerezza inquietante: quasi un incidente mortale su tre e, in generale, un sinistro su due sono infatti associati
al consumo di alcol.
Quando lo schianto è così grave da provocare la morte, spesso con il bicchiere si è ecceduto alla grande: l'alcol ingerito
arriva a superare di tre volte e più il limite fissato dalla legge. Negli ultimi 10 anni in Italia si sono succeduti numerosi
interventi legislativi ad hoc, sono aumentati i controlli sulle strade, si sono moltiplicate le iniziative di
sensibilizzazione nelle scuole e nei locali pubblici (oggi dotati di etilometro), sono state orchestrate campagne
pubblicitarie mirate, giornali e tv hanno mantenuto alta l'attenzione sul fenomeno.
Eppure una delle domande che gli studenti rivolgono con più frequenza ai docenti di Medicina legale è questa: «Come si fa ad
ingannare l'etilometro?».
L'Istituto di Medicina legale di Ferrara, diretto dal prof. Francesco Maria Avato, in collaborazione con il laboratorio di
Tossicologia Forense di Ferrara e il dipartimento di Anestesia di Padova ha analizzato i dati che incrociano gli incidenti
stradali e il consumo di alcol in provincia di Ferrara fra il 2000 e il 2008. Dati in parte anticipati da Anna Barbieri,
specialista in Anestesia e Rianimazione, da anni protagonista di una battaglia civile per l'inasprimento delle pene a carico
di chi si è reso responsabile di incidenti causati dall'abuso di droghe o alcol.
Tre gli studi pubblicati negli ultimi due anni sulla rivista specializzata 'Minerva Medicolegale', tutti coincidenti nelle
conclusioni. I maschi hanno meno freni inibitori quando si tratta di mettersi alla guida in condizioni fisiche non proprio
perfette, come dopo un'abbondante bevuta.
Il maggior numero di incidenti mortali correlati all'abuso di alcol e di intossicazioni acute (ebbrezza alcolica) riguarda
infatti «il sesso maschile con un'età compresa fra i 18 e i 37 anni». Il tasso alcolico medio è risultato «tre volte
superiore al limite consentito». Il numero dei decessi, precisa Rosa Maria Gaudio, dell'Istituto di Medicina legale, «tende a
calare in corrispondenza di nuovi interventi legislativi, ma non si tratta di un dato stabile. Oggi, ad esempio, l'effetto
deterrente della patente a punti (2002) si è praticamente dissolto».
I ricercatori ferraresi hanno preso in esame 620 decessi in sinistri stradali e 566 casi segnalati come probabili stati di
ebbrezza in incidenti avvenuti tra il 2000 e il 2008. Otto volte su dieci si tratta di conducenti maschi. Il tasso alcolico
superiore al limite di legge (0.5 grammi/litro) è stato riscontrato in 307 soggetti 'segnalati' (54.2%) e nel 29% dei casi
letali (182 su 620).
I giovani tra i 18 e i 27 anni inclusi nello studio rappresentano quasi un terzo del campione dei deceduti (32%) e il dato
non si discosta dalla fascia 28-37 anni. Diversa l'incidenza delle intossicazioni etiliche: tra i 18 e i 27 anni è risultato
positivo al test del sangue il 34.7% dei conducenti sottoposti a controllo del sangue contro il 26.3% della fascia 28-37.
Nei casi di morte, infine, il tasso di alcol medio è di 1.7 per i maschi e 1.2 per le femmine; nel gruppo segnalato per stato
d'ebbrezza il dato è più alto: 1.8 per i maschi e 1.5 per le femmine.