Fino a sei diversi drink in poco tempo...
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Fino a sei diversi drink in poco tempo
di Flavia Sacilotto
Negli ultimi dieci anni è rimasto invariato il consumo di alcolici anche nel nostro territorio. Una buona notizia? Potrebbe sembrare, se non
fosse mutata la modalità del bere e la tipologia dei consumatori. Infatti al tradizionale bicchiere di vino a tavola, tipico della tradizione
mediterranea, è in tanta parte subentrato in Italia il consumo di alcolici fuori pasto. Una nuova abitudine preoccupante, con la crescente
tendenza a ubriacarsi anche tra i giovani e con una particolare escalation tra le donne e le giovanissime.
La tendenza devastante che sta prendendo sempre più piede è diffusamente nota con la denominazione di 'binge drinking'. Questa moda, diffusa particolarmente tra i più giovani (oggi l'età delle prime "bevute" è scesa agli undici anni), consiste nell'assunzione di 6 o più drink di varietà alcoliche diverse a stomaco vuoto e in un breve lasso di tempo. Una "bravata" importata dai Paesi nordici. E' il messaggio allarmante diffuso lo scorso 7 aprile dall'Istituto Superiore di Sanità in occasione dell' "Alcohol Prevention Day", il convegno annuale degli operatori del settore, sulla base dei dati Istat ed europei. Fra i dati più significativi, è emerso che, per quanto siano sempre gli uomini a bere di più, il fenomeno riguarda sempre più il gentil sesso.
Le percentuali dellen consumatrici minorenni di alcolici fuori pasto sono equiparabili a quelle dei loro coetanei e l'attuale incremento
maggiore si registra tra le consumatrici 25-44enni (+45,2%). Di questi dati ci parla il dott. Paolo Cimarosti, responsabile del Servizio di
Alcologia dell'Ass 6, reduce appunto dal citato convegno. In quell'occasione - è una sua sintesi - è emerso che sono le giovanissime, in
particolare, a preoccupare.
Tra le 11-15enni si registra una media di consumatrici nettamente superiore alla media femminile italiana: tripla rispetto a quella delle
donne adulte e comunque superiore a quella registrata per tutte le classi di età esaminate.
La prevalenza dei giovani consumatori a rischio di età superiore a 11 anni è stata nell'ultimo anno pari al 15,8% con una consistente
differenza di genere (25% dei maschi, 7,3% delle femmine). L'analisi per classi di età mostra che sono a rischio il 18,5% dei ragazzi e il
15,5% delle ragazze sotto l'età legale dei 16 anni.
Secondo dati dell'Osservatorio permanente su "Giovani e alcol", praticano il binge drinking 800 mila adolescenti: un'estesa zona a rischio,
che coinvolge il 33% degli studenti tra i 15 e i 19 anni d´età. Insomma, una parte imponente dei 2 milioni di studenti che consumano alcol
esprime comportamenti a rischio e un approccio allarmante alle bevande alcoliche, utilizzate solo come strumento per alterare la percezione
di sè e della realtà.
Cosa significa "rischio abuso alcolici"? Consumando bevande alcoliche c'è il rischio di provocare incidenti, sviluppare cancro o cirrosi,
compiere violenze, essere violentate, diventare dipendenti, distruggere la famiglia. Sono gli effetti dell'alcol, droga a buon mercato.
Nel 2010 gli under 14 ricoverati per intossicazione da alcol sono aumentati del 28% e si è abbassata l'età d'incontro con l'alcol: accade per
il 3,5% dei ragazzi tra gli 11 e 15 anni, al 15,8% tra i 16 e i 17 anni e al 29, 4% tra i 18 e i 24 anni. Tra i minorenni, il 42% dei ragazzi
e il 21% delle ragazze bevono solo per ubriacarsi. In Italia sono stati 1.200 gli incidenti d'auto mortali alcol correlati con giovani alla
guida.
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)