FIPE: Firenze batte Liverpool e alcol
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«Abbiamo dimostrato concretamente che solo gli esercenti, per la loro professionalità, possono gestire la somministrazione e vendita di alcol anche nei momenti più delicati». È questo il commento di Aldo Cursano, presidente Fipe Toscana all'indomani della partita di Champions, Fiorentina-Liverpool, durante la quale non c'è stata traccia dei temuti disordini fuori dallo stadio. A far scattare l'allarme era stata la rimozione del divieto di vendita di alcolici durante l'incontro di calcio ad eccezione dei pubblici esercenti. In pratica, per un provvedimento disposto dal questore di Firenze, soltanto bar e ristoranti, forti dei requisiti morali e professionali che li caratterizza, hanno potuto vendere e somministrare alcol.
«Eravamo certi che non sarebbe successo nulla - prosegue Cursano - perché da anni sosteniamo che l'alcol è un "alimento" delicato e come tale va trattato. Solo chi lo conosce bene lo può gestire. E nessuno meglio di un esercente è in grado di capire se, dove, come, quando e a chi può essere somministrato un "bicchierino"». Dell'etica e responsabilità sociale dell'impresa la Fipe ha fatto un suo cavallo di battaglia. Secondo il presidente della federazione, Lino Enrico Stoppani l'esperienza fiorentina deve fare scuola. «Invito i questori delle altre città italiane - ha sottolineato Stoppani - ad imitare l'esempio del loro collega. Ne beneficeranno tutti, a cominciare dai cittadini».