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News di Alcologia

Firenze: come arginare l'emergenza alcol

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L'EMERGENZA ALCOL NON E' MENO GRAVE DI QUELLA DELLA NEVE
Di Graziano Cioni
IL DILAGARE dell'alcol, su cui la Nazione ha lanciato l'ennesimo allarme, non si argina con i teatrini della politica. I pugni sul tavolo,

la rabbia degli assessori, gli ordini imperativi ai vigili urbani, sono fiammate che lasciano il tempo che trovano. Negli ultimi anni nessuno

ha vigilato a sufficienza, questo è il dato di fatto. La famiglia è scomparsa e la scuola si è arresa. Per i partiti non è un problema, anche

se si straparla di giovani. Rimangono, in solitudine ma instancabili, presidi eccezionali, come Enzo Torelli e don Luciano nella loro

Coverciano, e pochi altri che avvicinano i giovani nel modo giusto. Lo stesso impegno del questore del quale prendiamo atto, non inserito in

un "sistema" finisce per intervenire solo su una "parte" del problema. Un problema complesso che rende inefficace l'affrontarlo solo in

parte. I dati lo dimostrano: solo nel 2011, in appena 12 mesi, sono quasi 2.000 gli ingressi al pronto soccorso degli ospedali fiorentini

"per intossicazione acuta da alcol" ( 1103 a Santa Maria Nuova, 370 a Careggi, 283 a Torregalli, 170 al Ss. Annunziata, 29 al Serristori )

molti i giovani dai 15 ai 24 anni che arrivano nella fascia notturna, e sono in aumento le ragazze.
SE NON l'avessi verificato personalmente stenterei a crederci. Sono cifre che vanno oltre il semplice campanello d'allarme.
E questi sono solo i dati estremi, perché sappiamo tutti che, soprattutto durante le notti fiorentine, centinaia di ubriachi, che alla fine

riescono a trovare da soli la via di casa, tengono in ostaggio fino all'alba il centro storico, lasciandolo disastrato tra vetri rotti,

sporcizia varia e orinatoi a cielo aperto. Non c'è notte che non si registrino episodi violenti o incidenti stradali legati alla guida in

stato di ebbrezza. E' ora che i responsabili della tutela della città affrontino questa emergenza facendo "sistema". Chi ha l'onore del

titolo si prenda anche le responsabilità.
Sindaco, prefetto, questore coordinino al massimo la presenza e gli sforzi sul territorio.
L'OBIETTIVO è educare , prevenire e reprimere al bisogno.
Rifacendosi al modello di "sicurezza condivisa e partecipata" di pochi anni fa e oggi abbandonato. Si coinvolgano di nuovo tutte le

componenti sociali, a partire dalle scuole di ogni ordine e grado, all'associazionismo, ai sindacati, al volontariato, ai protagonisti della

movida, ai vigili giurati, ai tassisti, ai quartieri. Delegazioni e rappresentanze di cittadini, abbiano adeguati spazi, compiti e

responsabilità in proposito. Si valorizzino le esperienze di gruppi che lavorano sul disagio giovanile, come quelle legate all'impegno di

Valentino Patussi e Laura Belloni. Si ritorni a una risposta di "sistema", l'unica che può avere successo. Un invito va al sindaco: l'

emergenza alcol non è meno grave dell'emergenza neve, forse meno visibile. La si affronti con la stessa organicità con cui in questi giorni,

per la neve, si sono mobilitati persone, mezzi e tanti "occhi aperti".
NON PUO' far più paura "politica" qualche centimetro di neve che la guerra alcolica che ogni notte ferisce la città e i suoi giovani.
Il regolamento di polizia municipale approvato dal Comune nel 2008 ha ben 44 articoli che riguardano la convivenza civile e la tutela delle

persone più fragili. Deve essere fatto rispettare. Invece non si sa che fine abbia fatto. Quante contestazioni sono state fatte recentemente

a norma di regolamento? Io lo so, e mi farebbe piacere lo sapesse anche il sindaco. Firenze ha la ricchezza sociale e la capacità per

farcela. Alla politica il compito di non lasciare isolate ammirevoli risposte, che devono fare "sistema" per essere efficaci.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)