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Firenze: multe e divieti, ora l'alcol si spaccia per strada

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MULTE E DIVIETI, ORA L'ALCOL SI SPACCIA IN STRADA
Bottiglie smerciate di nascosto come prodotti proibiti. Ma i locali rispettano le norme.
ORDINANZA antialcol lettera morta. O quasi. A più di venti giorni dalla firma del prefetto Paolo Padoin, il provvedimento che dalle due alle

sei vieta la vendita di ogni genere di bevanda alcolica da asporto in centro sembra essere stato accantonato a una velocità pari a quella

che le gole notturne della movida fiorentina impiegano a tracannare uno ‘shottino' di vodka. Per capire che i bagordi di capodanno, data in

cui il divieto era stato sospeso, non costituiscono un'eccezione ma la regola, basta una notte brava dentro i confini della "proibita". Alle 22 e 5 la Firenze da bere ci attende sveglia nella zona della città con la più alta gradazione alcolica: via De' Benci. Il

cuore di Santa Croce, a dispetto della nomea, sembra essere proprio il più virtuoso. Se al 33 rosso il buttafuori del Red Garter, vedendo la

birra in bottiglia in uscita varcare la soglia, ci afferra per un braccio costringendoci a terminare la bevanda all'interno delle mura del

locale, i barman di Lochness Lounge, Moyo e Twice non sono da meno: "solo bicchieri di plastica e guai a superare l'uscita con la bevanda in

mano" sentenzia un addetto alla sicurezza poco in vena di spiegazioni.

"non far uscire fuori clienti con bicchieri in mano". L'alcol riesce comunque ad evitare i controlli dei bodyguard uscendo in strada

disciolto nelle vene degli avventori, come dimostra il quartetto di ragazze che tenendosi a braccetto ci viene incontro barcollando e

sghignazzando. Sono le 23,30 e sul finire di via Verdi il coprifuoco è già iniziato da più di un'ora mentre una di loro porta una bottiglia

di vino alla bocca. Biascica indicando un punto imprecisato di via Sant'Egidio, mentre gli chiediamo dove abbia comprato

la ‘dose' alcolica. Spariscono pochi secondi dopo inghiottite dalla folla davanti al club. Un gruppo di dieci peruviani, nel frattempo, fa

capannello davanti a uno stereo urlante sul sagrato di S. Ambrogio. Da un minimarket di via S. Egidio un via vai di turisti entra per fare il

pieno di birra e bottigline di liquore. Ci uniamo a loro e acquistiamo una bottiglia di birra, i gesti dell'addetto alla cassa sono fulminei

e lo sguardo è teso. Sembra pensare mentre lancia un'occhiata alla porta e si sforza di sorridere. Dello scontrino

nessuna traccia. Lo stesso copione si ripete con i market di via della Scala e via Nazionale. E' mezzanotte e mezzo e con noi trasciniamo

una busta opaca con cinque bottiglie di birra e una di vodka. Al confine orientale della ‘zona proibita' fra San Niccolò e piazza Demidoff,

dove Rifrullo, Zoe e Negroni rubano la scena, la movida è vivace ma sotto le righe. 

Una cameriera dello Zoe - verifichiamo sempre, ma le persone non lo fanno perché chi viene in questi locali lo fa perché vuole trascorrervi

la serata. I luoghi delle bevute mercenarie sono altri come via dei Pilastri, via Fiesolana e via Palazzuolo. I duecento euro di multa e

l'arresto fino a 3 mesi previsti dall'articolo 650 del codice penale non sembrano spaventare i pusher etilici che, dotati di uno zainetto

carico di liquori, percorrono via Pietrapiana e Borgo degli Albizi avanti e indietro. Uno di loro

richiama la nostra attenzione. Ne compriamo due e le infiliamo nella busta, due giovani turisti americani si mettono in coda dietro di noi.

Comprano sei bottiglie.
Claudio Capanni


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)