Firenze, notti alcoliche in ospedale: mille ricoverati in un anno
cufrad news alcologia alcol alcolici giovani ospedale
Notti alcoliche in ospedale. Mille ricoverati in un anno.
E la Prefettura si muove per il divieto che non c'è.
Firenze, l'anno scorso, ha visto oltre mille persone portare pronto soccorso di Careggi e Santa Maria Nova a causa dell'alcol. Ma le
statistiche, dicono gli operatori, sono al ribasso. Ce ne sarebbero altre centinaia oltre duecento solo a Santa Maria Nuova) che una volta
arrivati in ospedale si alzano, barcollano, e se ne vanno evitando la registrazione. I mille di cui parla la statistica della Asl fiorentina
sono invece quelli che poi vengono «dimessi» , quelli a cui viene assegnato il codice 300/XI, «intossicazione acuta da alcol» : gli sbronzi,
in tutte le loro gradazioni, da chi (troppo) euforico e in procinto di collassare fino a chi rischia la vita, in coma etilico. Divisi quasi a
metà nelle due strutture (513 a Santa Maria Nova, gli altri a Careggi), i 1.088 della ricerca Asl rappresentano uno spaccato delle «notti
alcoliche» di Firenze. Quelle notti che, ancora, aspettano l'ordinanza anti alcol bloccata dalle difficoltà normative che hanno portato
Prefettura, Questura e Comune di Firenze, a un'empasse dopo anni di interventi in questo senso. Soprattutto contro i «minimarket» , per
evitare che i bassi costi dell'alcol facilitino il «binge drinking» , la bevuta smodata. Scaduta l'ordinanza del Comune, incerta la Questura
sul da farsi, potrebbe essere la Prefettura a farsi carico in breve tempo di emanare nuovo divieto. Tornando alle statistiche, quelli che
abusano dell'alcol in centro finiscono quasi sempre Santa Maria Nuova, dal resto della città invece si va a Careggi. Il 75 per cento dei
ricoverati maschio. Altri elementi dello studio Asl sono parziali, soprattutto quello che riguarda la nazionalità. I 1.088 intossicati
sarebbero per quasi metà (447) italiani; ma spesso nel sistema informatico viene inserita non la vera nazionalità, ma il domicilio
fiorentino, «falsando» così i dati. Per questo motivo, spiegano i medici, non si registrano dati alti per ragazzi Usa solo 20) e spagnoli (il
vero boom, assicurano i sanitari, nell'ultimo anno). Anche l'età (un buon 8 per cento non la indica) sembra molto più alta della percezione»
che si ha nelle sale di attesa: il 65 per cento avrebbe oltre 46 anni. Solo il 32 sotto i 45. Ogni volta che arriva l'ambulanza che ha
raccolto «l'intossicato» , viene valutato il grado di rischio. La metà circa viene trattato con farmaci basta. Dal primo gennaio 2010 a
dicembre 2010, i casi gravissimi» , codice rosso, sono stati 13: uno al mese. Centosedici hanno vomitato, sono caduti, sono incoscienti: c'è
stato quindi l'obbligo di tenerli in osservazione per evitare altri guai. In 539 sono stati considerati codice verde: cioè che, oltre a stato
confusionale e gli altri sintomi da ubriacatura «pesante», avevano bisogno di essere seguiti e visitati entro un'ora. Gli altri, se la sono
cavata con un po' di farmaci e, nei casi più urgenti, una lavanda gastrica.
Marzio Fatucchi
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)