Firenze: un esempio da imitare
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Conferme ufficiali no. Ma da Roma, ministero dell'Interno, è arrivata in questura una telefonata di vivo apprezzamento per la gestione dell'«evento-Liverpool». Esame superato a pieni voti dalla città in tutte le sue componenti: istituzioni, squadra, tifosi, società. E' stata la prova forse decisiva per poter 'brevettare' il «modello-Firenze», così lo aveva definito il giorno prima della partita il ministro Maroni parlando a Bologna su 'Lo sport in tribuna: disciplina e gestione degli impianti sportivi'.
Il «modello»: una partecipazione corale, colore a calore, alle gare di grande richiamo (e potenziale pericolo) in totale sicurezza. Grazie al dialogo, al senso di responsabilità, al coinvolgimento collettivo e amichevole (i gemellaggi tra tifosi) ma anche alla rigida pianificazione dell'evento in ogni singolo aspetto organizzativo. La Fan Zone, per esempio: chi arriva viene ospitato, si rifocilla, sta con gli altri. Martedì sera la Fiorentina ha offerto mille pasti caldi. All'insegna di quel Fair Play propugnato dalla famiglia Della Valle, la prima a lanciare il «terzo tempo», il saluto della Fiorentina alla squadra avversaria.
A proposito di Della Valle: dopo il blitz di patron Diego in tribuna per assistere al match contro gli inglesi, è dato per certo, domenica contro la Lazio, l'«esordio» in campionato di Andrea, dimessosi dalla carica di presidente il 24. Mancava al «Franchi» dal preliminare di Champions contro lo Sporting. Ma il suo amore per i colori viola. è evidente, è rimasto intatto. E le curve, tutto lo stadio anzi, sono pronti a riconoscergli e a tributargli una (meritatissima) prova di affetto.
Ordine pubblico significa anche vietare (l'ordinanza del prefetto Andrea De Martino sulla somministrazione 'controllata' di alcolici), tenere a bada (lo sciame indiscriminato, in questo caso degli inglesi, per le strade), di limitare (i biglietti nominativi, i tornelli), ma l'intento è di creare un nuovo 'habitat' da stadio per passare a una presenza ridotta di forze dell'ordine. Tutte scelte condivise da uno sindacati di polizia, il Sap. Nicola Tanzi, segretario generale: «Crediamo che questa positiva esperienza si possa ripetere in altre città. La rimozione delle reti e del filo spinato nello stadio, la ridotta presenza di agenti, il forte impegno del reparto Mobile, la sicurezza integrata che coinvolge forze dell'ordine, vigili, steward: percorso non facile, ma a Firenze sta dando ottimi risultati. E la tessera del tifoso è un ulteriore, importante tassello. Riconosciamo al questore Tagliente di essere un precursore di questo modo di intendere la gestione dell'ordine pubblico».
Ha sempre avuto il pallino della prevenzione il questore Tagliente. Detta così, sembra facile. Ma va pianificata e gestita: è un 'work in progress', un lavoro in elaborazione che inizia molto prima dell'evento «X» e termina, spesso, abbondantemente dopo. Arrivato nel dicembre 2006 Tagliente ha cercato il dialogo con le parti. In vista di una partita come di un corteo politico. Non gli manca l'esperienza specifica: capo gabinetto di 4 questori a Roma e responsabile della gestione di ordine e sicurezza pubblica, ha gestito Giubileo 2000, funerale di Giovanni Paolo II e ascesa al soglio pontificio di Papa Benedetto XVI, la sicurezza delle Olimpiadi invernali di Torino 2006 e quella della Nazionale di calcio in due Mondiali (Corea-Giappone 2002, Germania 2006). Dialogo, ricettività e propositività si coniugano con l'idea dei Della Valle: intere famiglie con bambini allo stadio, fair play tra squadre e tifoserie. E l'idea dei tifosi che dopo fallimento e Calciopoli vogliono solo divertirsi. Con la Viola a volare alto. Grazie ai Della Valle. Che su questo punto sono sempre stati chiari: un modo diverso di vivere il calcio, e guai a chi sgarra, al minimo accenno di violenza - avevano avvertito - siamo pronti ad andarcene. E' bastata la parola, i tifosi hanno capito, non c'è stato bisogno di gesti clamorosi.
Dice Valter Tanturli (Atf, leader della 'Ferrovia'): «Le riunioni in questura sono aumentate. Poi c'è la squadra-tifosi della Digos: ci segue passo passo. Capita che uno possa prendere un 'Daspo' per una sciocchezza. Ma anche che uno sia aiutato se ha una difficoltà in trasferta. Noi quando siamo convocati manteniamo un ruolo attivo, diamo consigli. Il questore sa ascoltare. Per esempio mi batto per gli ombrelli allo stadio: il Franchi è scoperto, perché dobbiamo stare sotto l'acqua? A proposito di acqua: avevo notato che le bottigliette di plastica trattenute agli ingressi, venivano buttate via. Ho proposto di far versare il contenuto in bicchieri di carta: si è occupato lui di reperirli». E Filippo Pucci, presidente del coordinamento viola club: «I rapporti costruiti sulla collaborazione e il rispetto reciproco portano tutti, anche i tipi più facinorosi, a una presa di coscienza dei comportamenti. E' in atto un processo di maturazione che prescinde da quello che fanno altre tifoserie».
Soddisfatti anche gli esercenti nonostante le limitazioni alle vendite di alcolici: «Abbiamo dimostrato che solo gli esercenti, per la loro professionalità, possono gestire somministrazione e vendita di alcol nei momenti più delicati», commenta Aldo Cursano, presidente Fipe Toscana. «Eravamo certi che non sarebbe successo nulla perché da anni sosteniamo che l'alcol è un alimento delicato e come tale va trattato. Nessuno meglio di un esercente è in grado di capire se, dove, come, quando e a chi può essere somministrato un 'bicchierino'».