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Fitoterapia: proprietà della pueraria lobata

Fitoterapia: proprietà della pueraria lobata

Gli americani la chiamano kudzu ma per europei e asiatici è la pueraria lobata, una pianta originaria del Giappone che gli

orientali utilizzano in medicina alternativa da 2500 anni. Le sue radici rampicanti sono in grado di soffocare un albero nel

giro di pochi anni, e questo è uno dei motivi per cui la pueraria non è mai stata amata in occidente.
Ora le cose però potrebbero cambiare. Uno studio dimostra infatti che la leguminosa infestante ha dei principi attivi capaci

di contrastare la dipendenza da cocaina. L'estratto della pianta, l'inibitore della aldeide-deidrogenasi-2 (ALDH2), è infatti

in grado di agire sui meccanismi chimici che regolano il desiderio della sostanza stupefacente, interferendo sul rapporto tra

l'ormone dopamina e i centri del piacere del cervello.
I ricercatori dell'azienda farmaceutica Gilead Science di Palo Alto, in California, hanno sintetizzato la sostanza

anti-cocaina utilizzando lo schema molecolare della pianta. Ma la loro scoperta, pubblicata su Nature Medicine, è stata

sperimentata solo sui topi, animali con meccanismi di metabolizzazione diversi dai nostri, soprattutto a livello epatico.

L'estratto si è dimostrato in grado di eliminare la dipendenza da "polvere bianca" nei ratti e di prevenire ricadute negli

animali in cui quel legame era stato interrotto.
Gli studiosi nutrono però buone speranze sulla sua efficacia anche sull'uomo, essendo stato dimostrato, nel 2006, che i

principi attivi della pianta vengono ben assorbiti dal nostro organismo. La ricerca allora venne condotta dai ricercatori

dell'università del Massachusetts e pubblicata sul Journal of alternative and complimentary medicine, spingendo gli

scienziati di tutto il mondo a guardare con nuovo interesse alle proprietà della pueraria.
La medicina tradizionale orientale da più di mille anni utilizza radici e fiori di questa rampicante per combattere emicrania

e ipertensione e, nell'antichità, l'estratto veniva usato per curare la dipendenza dall'alcol. Nel 2009 i ricercatori

dell'Università della California hanno provato a isolarne il principio attivo, sviluppandone una versione sintetica e molto

più potente e testandola prima sui topi e poi su persone con problemi di alcolismo non gravi. Dopo aver somministrato loro il

kuzdu, gli studiosi hanno notato una diminuzione della voglia di bere e una resistenza maggiore all'astinenza.
"La pueraria ha proprietà analgesiche che si prestano a contrastare le dipendenze - spiega il ricercatore Arrigo F.G. Cicero,

specialista in farmacologia clinica dell'università di Bologna e membro della Società italiana di nutraceutica - , ha

un'azione anti-ipertensiva, neuroprotettiva e purificante nei confronti del fegato, diminuisce la sete e ha insomma le

caratteristiche adatte a bloccare il bisogno di alcol e cocaina. Le sperimentazioni fatte in questo senso sono molto

interessanti, ma bisogna ricordare che il lavoro dell'azienda farmaceutica californiana non riguarda la pianta in toto, ma

solo un singolo principio attivo, come pure lo studio dei ricercatori dell'università americana".
Cicero spiega che la sostanza non ha una funzione inibitoria solo dal punto di vista metabolico, ma anche psichico, perché

agisce sui meccanismi neuronali. Un elemento importante, considerando che la dipendenza da alcol e cocaina passa prima dal

cervello. E' sbagliato però credere che, per liberarsi dal vizio della droga o della bottiglia, basti comprare una piantina,

sminuzzarne le foglie e farsi una tisana. Nell'antichità, la pueraria veniva utilizzata in questo modo, ma con risultati

molto più blandi rispetto a quelli a cui puntano gli scienziati per curare alcolismo e tossicodipendenze.
"Un'assunzione diretta della pianta - precisa il ricercatore - può essere utile per ridurre, ad esempio, la sintomatologia

legata alla menopausa, perché la pueraria contiene isoflavoni e ha una funzione estrogenizzante. Questa proprietà è nota da

tempo in medicina, ma è l'unica cosa che si può ottenere facendosi una tisana con le sue foglie. Per combattere la dipendenza

da cocaina, bisognerà aspettare che il processo di sintetizzazione in laboratorio venga sperimentato con successo anche

sull'uomo".