Fiume Veneto: lotta all'alcol, filo diretto coi giovani
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Si è messa in moto la macchina organizzativa del Comune di Fiume Veneto per interfacciarsi con i giovani e i titolari di bar e pub per combattere la somministrazione di alcolici ai minori di 16 anni. «Prima di adottare la linea dura, occorre intessere relazioni costruttive che permettano ai giovani di capire quanto dannoso ne sia l'abuso e di come possa mettere a rischio la loro salute e quella degli altri se si mettono alla guida» ha spiegato l'assessore alle attività produttive, Maurizio Simonin, a margine del primo incontro con gli esercenti. Il sindaco, Lorenzo Cella, aveva accolto con favore l'ordinanza del Comune di Milano e aveva auspicato la costituzione di un tavolo di lavoro perché la regola fosse uguale in tutta la provincia, al fine di evitare flussi di giovani da un territorio all'altro per bere o acquistare alcol. «C'è la percezione diffusa di una maggior "innocuità" dell'alcol rispetto alle droghe - ha spiegato Simonin - forse perché si sottovaluta come l'abitudine a bere un bicchiere dopo l'altro possa creare dipendenza». Una dipendenza che costa cara, non solo in termini di vite umane ma anche di costi sociali: «L'alcol è la terza causa di morte, la prima per i ragazzi tra 18 e 25 anni, e venti bambini su cento iniziano a bere tra gli 11 e i 15 anni». I dati si perdono nella "normalità" di questa strage silenziosa, occultata anche nelle cartelle cliniche dei trapianti di fegato, il cui costo si aggira intorno ai 300 mila euro. Eppure scrivere che un paziente è alcolista, resta un tabù, e si parla ancora di "epatopatia cronica nutrizionale", invece che di "cirrosi epatica alcolica", come riferito durante l'incontro. Il 74 per cento dei teenagers si abbandona al "binge drinking": in tre anni il fenomeno è triplicato e interessa anche sette ragazze su dieci. Il record è in regione. Il 14,2%, sotto i 24 anni, eccede con l'alcol più di due volte alla settimana. «Occorre avviare un dialogo con i giovani - ha concluso Simonin - Ci siamo attivati per promuovere incontri specifici sulle conseguenze dell'abuso, coinvolgendo associazioni e scuole, dando loro uno strumento che li metta in guardia da questo "male oscuro"».