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Droga in gravidanza ed esposizione fetale, uno studio spagnolo

Un recente studio pubblicato dalla rivista Forensic Science International indaga sulla relazione tra esposizione materna ed esposizione fetale alle droghe durante il primo trimestre di gestazione. Per chiarire l’entità del passaggio transplacentare delle sostanze stupefacenti durante i primissimi mesi di gravidanza, M. Falcon della Universidad de Murcia in Spagna e collaboratori, hanno analizzato segmenti di capelli (specificatamente i 4 centimetri prossimali) prelevati a 280 donne spagnole, alla dodicesima settimana di gestazione. Lo studio voleva evidenziare se l’eventuale assunzione di droga riscontrata con il test del capello delle madri si rifletteva in una esposizione alle droghe anche per il feto. Attraverso analisi per gascromatografia accoppiata alla spettrometria di massa sono stati individuati 81 campioni di capello positivi alle droghe. Di questi, 60 erano positivi per cannabis (74.1%), 28 per cocaina (34.6%), 7 per oppiacei (8.6%), 3 per MDMA (3.7%) e 18.5% risultavano positivi a più droghe. L’analisi dei tessuti placentari/fetali ha dato invece positività nel 16,7% alla cannabis (10 su 60), 25% alla cocaina (7 su 28), nessuna positività agli oppiacei e all’MDMA. I risultati indicano dunque che l’esposizione materna si riflette nell’esposizione al feto, anche se non sempre individuabile. I ricercatori ipotizzano che la negatività fetale in alcuni casi potrebbe essere attribuita ad un consumo di droghe precedente all’inizio della gravidanza o alla sensibilità del metodo analitico utilizzato che potrebbe non essere sufficiente a rilevare le quantità di sostanze che passano attraverso la placenta. I ricercatori concludono indicando comunque il test del capello come una valida metodologia per identificare il consumo di droghe sia sporadico che continuativo, in gravidanza.

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)