Forlì: mamme coraggio parlano agli studenti, per evitare altre vittime della strada
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"Ragazzi, lasciate stare le vie più facili: seguite i vostri sogni"
di Rita Sechi
Forlì - L'AVEVA detto. «Il nostro compito è far leva sulle qualità dei ragazzi: dobbiamo insegnargli ad avere fiducia in loro stessi e nel
mondo». Valeria Rovagnati, madre di Lara Gentilesca, una vita spezzata sulla strada, ha aperto ieri alla media ‘Zangheri' il ciclo di
incontri che lei e Marina Gamberi, madre di Giorgia Gagliardi, terranno nelle varie scuole del forlivese coinvolte nel Campionato di
giornalismo targato il Resto del Carlino.
Al centro dei loro incontri con i ragazzi i disagi connessi all'abuso di alcol e droghe e la sicurezza stradale. Temi difficili per tutti,
ancora di più se si hanno tredici anni appena. Mezzogiorno, teatrino dell'istituto. Un'orda di ragazzini entra con l'entusiasmo e la foga che
solo in quell'età si riesce a conservare. Sembra impossibile farli tacere, se non fosse per quel prof di ginnastica che, a colpi di
fischietto, riesce a zittire una platea, almeno per diritto d'anagrafe, piuttosto indisciplinata. A rompere il ghiaccio ci pensa lei,
Valeria. Un'immagine spezza il silenzio.
«LEI ERA mia figlia, Lara», spiega agli studenti, mostrando loro un poster pieno del sorriso della figlia. «Come vi sembra?», chiede.
«Bella», dice una voce dal mucchio. «Vivace», «Solare», ripetono altri. Lì il racconto si fa più difficile, quattro passi a ritroso per
ricordare una notte terribile, quella che inghiottì la giovane Lara. Ma nelle parole di Valeria c'è poca o nessuna opportunità regalata al
dolore. Piuttosto, alla trasformazione: la traduzione di un male (straziante, non quantificabile) in un'opportunità concreta. Quella di
parlare con dei ragazzi pronti a raccogliere un invito. Nessuno spazio alla retorica: per la Rovagnati tutto passa dalle parole stesse degli
studenti, chiamati via via a esporre sogni, dubbi, curiosità.
«VOI SIETE molto giovani - ha spiegato -, e quando lo si è così tanto come voi è difficile pensare che non ci possa essere un domani. Eppure
può succedere. Per questo vi chiedo di non sprecare il vostro tempo gettandolo nell'alcol o nella droga. Seguite le vostre aspirazioni. Non
smettete di farvi domande. Non perdete mai la possibilità di guardarvi allo specchio». Perché Valeria ha anche il tempo di indugiare qualche
minuto ricordando ai ragazzi quanto lo stesso causare degli incidenti possa rovinare una vita. Di quanto l'importanza della responsabilità e
della dignità personale siano centrali per poter andare avanti a testa alta.
«Dovete cercare di ricordare chi siete, cosa desiderate. E inseguire le vostre aspirazioni, provando a trovare la strada giusta». C'è chi poi
quelle aspirazioni le racconta. C'è chi dice che vuole fare il pediatra, chi sogna un lavoro in banca. Cose concrete. E l'incontro fila via
così, tra raccomandazioni materne e poca, anzi nessuna, retorica. Accanto a Valeria resta il poster di Lara. Ogni tanto agli studenti nelle
prime file lo sguardo cade lì, sul volto sorridente di una ragazza che non hanno mai conosciuto. A loro resta il suo messaggio carico di
vitalità ed energia. A recapitarlo ci ha pensato, con forza e pudore, Valeria.
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)