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Framework Convention on Tobacco Control: analisi delle conseguenze del fumo passivo

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Fumo passivo, ancora troppe ripercussioni sulla salute

Il fumo di tabacco generato da soggetti attivi si rivela esser tutt’oggi un grave pericolo per la salute dell’uomo ad ogni latitudine del globo. Stimolati nel corso degli anni sia dalla World Health Organization (WHO) che dalla Framework Convention on Tobacco Control (FCTC), i paesi  e le entità sub-nazionali aderenti alle Nazioni Unite hanno predisposto con una certa costanza delle legislazioni in materia, senza però cogliere tutti i risultati attesi. I particolare si fa riferimento a quelle azioni utili per proteggere la cittadinanza dagli effetti nocivi del SHS (Secondhand smoke o fumo passivo). Anche se l'articolo 8 della Convenzione quadro sul controllo del tabacco impone a tutti i governi firmatari la tutela circa l’esposizione al fumo di tabacco (nei luoghi di lavoro, sui mezzi di trasporto e nei locali pubblici) purtroppo oggigiorno ancora un ampio segmento di popolazione mondiale è colpito da malattie tabacco-correlate, poiché continuamente esposto al fumo passivo (SHS). Secondo un recente articolo pubblicato dall’autorevole Oxford University Press, relativo ad uno studio condotto dal Prof. Joaquin Barnoya e dalla Prof.ssa Ana Navas-Acien della Washington University a St. Louis, emerge che la miglior strategia percorribile sia l’assoluto divieto di fumo in tutti i luigi chiusi. Sulla base di un lungo studio epidemiologico, i ricercatori statunitensi hanno sottolineato l’importanza di proibire il fumo in ogni dove. La severità della norma circa l’accezione di sigari e sigarette anche nei locali privati aperti al pubblico (come discoteche, circoli, uffici, ecc.) risulta essere un elemento rilevante non solo per gli adulti ma anche per i bambini e le categorie vulnerabili.

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)