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Francia: bloccare i distributori di siringhe per tossicodipendenti?

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FRANCIA - Bloccare i distributori di siringhe per tossicodipendenti?

Stéphane Gatignon, Sindaco (del partito dei Verdi EELV) di Sevran (Seine-Saint-Denis), ha provocato una polemica domandando al ministro della Sanita', Marisol Touraine, “una sospensione provvisoria della distribuzione di siringhe” nella zona della sua citta'. In pochi giorni, gli incidenti si sono moltiplicati: dei bambini ono punti con una siringa in una scuola, un tossicodipendente e' stato visto mentre si iniettava una sostanza davanti ad un'altra scuola, e delle siringhe nuove sono state trovate in due centri per il tempo libero. Situazione che, secondo il Sindaco, si e' determinata grazie alla presenza di due distributori che hanno fornito 26.000 siringhe durante il 2012. I distributori sono situati presso l'ospedale Robert-Ballanger di Aulnay-sous-Bois, citta' limitrofa. L'agenzia regionale della sanita' ha precisato che non c'e' in quel luogo “una distribuzione specifica e di massa” di siringhe.
Pierre Chappard, coordinatore del “Réseau français de réduction des risques” e autore di “Salles de shoot, les salles d'injection supervisée à l'heure du débat français (con Jean-Pierre Couteron, La Découverte), ritiene che grazie alla crisi e senza mezzi supplementari per gli addetti ai lavori, il fenomeno potrebbe aggravarsi. Ma “una riduzione della distribuzione non fermerebbe in alcun caso il consumo”.
Cosi' continua in un comunicato stampa:
Noi non cesseremo di ripetere che nessuna strategia unica di guerra alla droga potra' rispondere a dei problemi le cui cause sono multiple. Sospendere la distribuzione di siringhe e' un argomento demagogico e che servira' soltanto ad aumentare localmente il numero di consumatori portatori di virus dell'HIV e dell'epatite C, nonche' a far aumentare nella zona gli attuali danni, con tanto di polizia che sarebbe chiamata per cercare di risolverli.
La cecita' e il pensiero unico si oppongono a delle risposte equilibrate come l'installazione di bidoni della spazzatura per recuperare le siringhe, lo sviluppo di équipe di mediazione e di prelievo, e quello di luoghi di consumo resi sicuri, dove un primo lavoro di educazione potrebbe essere fatto con il maggior numero di consumatori.
A coloro che aspettano la polizia per risolvere il problema, occorre ricordare cio' che aveva promesso l'ultimo ministro degli Interni del presidente Sarkozy o citare cio' che ha dichiarato il ministro degli Interni del Presidente Hollande? Ogni intervento della polizia sui problemi di stretta attualita' non fara' altro che spostare il problema in un'altra citta'.
Agli ipocriti che rifiutano l'installazione di narcosale in virtu' del cattivo esempio che sarebbe dato ai giovani, bisogna domandargli se i bambini di questi quartieri meritano di giocare con delle siringhe? A chi da' lezioni affermando “c'e' solo da allontanare i tossicodipendenti”, anche con la forza, occorre ricordargli le tappe necessarie per riprendere il controllo di un comportamento di dipendenza e la catastrofe sanitaria degli anni 90 con l'Aids?
Noi domandiamo un rilancio della politica di riduzione dei danni con la creazione di luoghi di diagnostica in loco, la sperimentazione di narcosale a minor rischio, e lo sviluppo del dispositivo gia' esistente (essenzialmente la mediazione) dovunque o dove e' necessario.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)