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Friuli Venezia Giulia: cresce l'allarme alcol in regione, si beve a undici anni

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Cresce l’allarme alcol in regione: si beve a undici anni

Il 17% dei giovanissimi si ubriaca abitualmente nei week end contro l’11% del resto d’Italia. La molla è la voglia di sballo


di Furio Baldassi


TRIESTE. In Friuli Venezia Giulia si consuma alcol più che altrove. In particolare nelle fasce giovani, anzi giovanissime, addirittura a partire dagli 11 anni. Il rischio più alto è quello legato alle bevute del fine settimana, allo sballo, alle conseguenze nel momento in cui si prende in mano il volante. Se in Italia poco più dell’11% esagera pesantemente tra il sabato e la domenica, in regione la percentuale dell’uso compulsivo di bevande alcoliche sale, per la popolazione maschile, al 17,1%.


I numeri raccolti da Epialcol Fvg, gruppo di lavoro sulle patologie alcol-correlate e sulla programmazione di efficaci forme di contrasto, sono emersi ieri nel palazzo della Regione di Udine nel giorno della presentazione dei risultati del progetto transfrontaliero “All 4 You” che ha coinvolto giovani del Friuli Venezia Giulia, del Veneto e della Carinzia in un'azione sviluppata nell'ambito del Programma comunitario Interreg IV Italia/Austria.


I focus group dei tre territori sul fenomeno dell’abuso di alcol (l’evento finale del progetto è in programma a Pordenone il prossimo 25 ottobre) hanno evidenziato comportamenti appena più virtuosi in Veneto (gli intervistati sono della provincia di Treviso), dove il 3,6% dichiara di ubriacarsi tutti i fine settimana, a fronte del 4,7% Fvg (hanno risposto ragazzi della provincia di Udine) e del 7,9% del land austriaco. La precisazione «ogni tanto» è stata invece fornita per il 32,5% dai ragazzi friulani, per il 31,3% dai trevigiani e per il 42,6% dai carinziani, mentre il «non mi ubriaco mai» è per il 42,1% affermazione degli udinesi, per il 45,1% dei veneti e per il 25,2% del land.


Perché si entra in supermercato ad acquistare alcolici? In provincia di Udine lo si fa per il 15,6% «quando si fa serata» e per il 33,5% «quando si organizzano feste». Le principali motivazioni? «Rilassarsi, divertirsi di più, disinibirsi, dimenticare i problemi». In Friuli prevale l’obiettivo di un maggiore divertimento (28,9%), seguito a stretta distanza dal disinibirsi (28,4%). La questione più preoccupante, sottolinea Francesco Piani, della Ass 4 Medio Friuli, coordinatore nazionale gruppo alcol delle Regioni, è una modalità tipico del costume nordeuropeo, il cosiddetto binge drinking, il consumo di 6-7 unità alcoliche nel tempo massimo di un’ora con lo scopo consapevole di sballare e quindi utilizzando l’alcol per ricercare l’effetto di una droga illegale. Rispetto al resto d’Italia – ed è una stima che parte dagli 11 anni in su –, la regione conta 6 punti percentuali tra i maschi e lo 0,4% in più tra le femmine.


Premesse per un messaggio, quello dell’assessore regionale alla Salute Maria Sandra Telesca, che «deve mirare a incanalare lo stimolo al rischio che è innato nei giovani verso le sfide vere della vita utilizzando il linguaggio più consono e facendo degli stessi giovani i mediatori di un corretto stile di vita, consapevole dei pericoli insiti nel consumo non corretto di bevande alcoliche». Incanalare lo stimolo al rischio, ma in che modo? «Se nei giovani è fisiologico il desiderio di trasgressione che a volte si spinge verso la sregolatezza – ha spiegato ancora Telesca –, si deve lavorare per cercare di virare gli sfoghi delle proprie emozioni nella musica, nel ballo, nel canto, nelle diverse espressioni della cultura e dell'arte».


Alla presentazione del rapporto è intervenuto anche il vicedirettore della direzione centrale per le Politiche sociali del Land Carinzia Christine Gaschler-Andreasch, per portare il saluto dell'assessore Beate Prettner, e auspicare che anche nella prossima Programmazione comunitaria siano inseriti i fondi necessari per proseguire il progetto . Dal comitato scientifico transfrontaliero, con Piani anche Sergio Paulon, è arrivata in particolare la sollecitazione «a un coordinamento delle politiche confinarie». Nell’attesa, il progetto ha visto i ragazzi protagonisti di un’opera di informazione per prevenire il fenomeno: «La loro voce penetra tra i coetanei più facilmente di quella dei medici».


http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2013/10/08/news/cresce-l-allarme-alcol-in-regione-si-beve-a-undici-anni-1.7881076


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)