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Friuli Venezia Giulia: teenager e dipendenza, parla la d.ssa Sabbion

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Chi rovina i nostri figli: se il ‘nemico’ vive in casa
In 12 mesi, i teenager della nostra regione presi in carico dal servizio per le tossicodipendenze sono cresciuti del 42 per cento


I dati pubblicati dall’Osservatorio dipendenza del Fvg sono allarmanti. Le utenze per le tossicodipendenze sono cresciute del 21 per cento in due anni. In 12 mesi, i teenager della nostra regione presi in carico dal servizio sono cresciuti del 42 per cento. E non c’è droga che qualche friulano o giuliano abbia provato prima dei 12 anni. Ne abbiamo parlato con Roberta Sabbion, che si occupa di dipendenze all’Ass6 Friuli occidentale.


E’ preoccupata per la crescita del fenomeno tra i ragazzi?
“Noi operatori siamo più preoccupati per il consumo e l’abuso delle droghe legali, come alcol e tabacco, contro le quali i genitori, anche quelli futuri, devono fare una battaglia culturale. Non esiste tossicodipendente che non sia passato per la sigaretta. E dobbiamo far capire ai nostri figli il significato degli alcolici. Se gli adulti possono consumarli per il piacere del buon bere, il 99 per cento dei minori li beve per l’effetto. Per le sostanze illecite si può fare leva sull’illegalità, per alcol e nicotina no”.


I minorenni seguiti dal servizio dipendenze sono sempre più numerosi. Cosa è successo?
“Il fenomeno del consumo di sostanze psicotrope tra i giovanissimi è sempre esistito. Ora, però, i casi emergono con più facilità. L’attenzione di tutti è aumentata e ciò consente di fare diagnosi precoci. La quasi totalità delle persone con questo tipo di problemi ha fatto le prime esperienze tra i 13 e i 14 anni. Qualcosa rispetto al passato, però, è cambiato. Un tempo arrivavano ragazzi che assumevano 1 o 2 sostanze. Oggi, ne hanno in corpo anche 5 o 6, a partire da alcol e nicotina, che sono una costante”.


Quali sono le altre?
“In primo luogo la cannabis. Poi, alcuni provano l’elio e l’anidride carbonica, altri i sali da bagno o addirittura le lavande vaginali. Insomma, le cosiddette smart drugs. Tutte sostanze che si possono trovare in casa e che non si possono individuare con le analisi”.


Non cocaina o eroina?
“Di solito, tali droghe sono un punto d’arrivo e si sperimentano per ultime. C’è ancora paura di utilizzare queste sostanze. Per le altre, che appartengono a un’area ‘ambigua’ (tra queste anche alcol e nicotina), non c’è la percezione del pericolo e non sono considerate un problema. Va sottolineato che questi ragazzi non sono tossicodipendenti (per lo più, non c’è ancora una dipendenza reale), ma persone con pensieri tossicomaniaci. E togliere loro le sostanze che assumono è più difficile rispetto agli adulti”.
Veniamo allo spaccio. Par di capire che procurare le sostanze illecite siano per lo più gli amici...
“Gli amici restano la via d’entrata primaria all’uso degli stupefacenti, anche se Internet è un canale ‘potente’ sia per informarsi, sia per reperire le sostanze. Tuttavia, non si deve pensare che siano le amicizie a rovinare i nostri ragazzi. Il gruppo, più semplicemente, soddisfa i loro bisogni. La responsabilità è attribuibile per metà a chi procura le droghe, per l’altra metà a chi consuma. E’ comodo ritenere che la colpa sia sempre degli altri. In realtà, i primi segnali del malessere personale che apre le porte al consumo di sostanze psicotrope si manifestano ben prima dell’uso. Solo che spesso non li leggiamo”.


Impressiona il fatto che non ci sia sostanza che qualche persona non abbia provato a 12 anni...
“Per alcune sostanze, l’esperienza viene fatta anche prima. Per l’alcol, che metto allo stesso livello degli stupefacenti illegali, la ‘scoperta’ avviene in tenerissima età. Tantissimi bevono il primo goccio a Capodanno. E a dare loro l’alcol sono i genitori, in nome di una falsa cultura del bere. Per quanto riguarda chi si accosta alle droghe illegali a 12 anni, si tratta di bambini che hanno una predisposizione, che hanno dentro qualcosa che li rode e che li porta a fare queste esperienze. La gran parte dei teenager, invece, sperimenta (la curiosità è una componente fondamentale) le droghe, cannabis in primis, a 16-17 anni. La sperimentazione non equivale a un’evoluzione obbligatoria verso la dipendenza”.


Perché gli utenti dei servizi per le dipendenze sono in gran parte maschi?
“E’ vero che storicamente i maschi sono più esposti all’abuso rispetto alle femmine (che, tra l’altro, sono più difficili da trattare), ma le cose stanno cambiando. Per la sperimentazione delle sostanze, ragazzi e ragazze sono alla pari. Anzi, la maggior parte dei minori presi in carico dalla Ass per cui lavoro sono di sesso femminile”.


(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.ilfriuli.it/articolo/Cronaca/Chi_rovina_i_nostri_figli-points-_se_il_%E2%80%98nemico%E2%80%99_vive_in_casa/2/134115


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)