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Frontiers in Neuropharmacology: nicotina e basso peso corporeo, alla base uno squilibrio energetico

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Nicotina e basso peso corporeo: alla base uno squilibrio energetico

L’esposizione alla nicotina attraverso il fumo di sigaretta è in grado di alterare la regolazione dell’appetito, sia attraverso lo sbilanciamento dell’omeostasi energetica corporea sia agendo sui meccanismi cerebrali del rinforzo. Un gruppo di ricercatori dell’università di Sydney ha da poco esaminato, in un articolo apparso su Frontiers in Pharmacology, tutti i meccanismi attraverso cui la nicotina è in grado di influire sulla regolazione energetica e sul peso corporeo. Il fumo di sigaretta contiene almeno 6000 sostanze, oltre alla nicotina, in grado di provocare, direttamente o indirettamente, uno stato energetico negativo, caratterizzato da un ridotto apporto calorico e da un aumentato consumo di energia. La marcata diminuzione di appetito nei soggetti che fumano, mostra una relazione diretta con la funzionalità di molti regolatori cerebrali della fame, presenti nell’ipotalamo, la cui espressione genetica viene alterata dal fumo. In particolare, da studi su animali, si è potuto vedere che la nicotina può causare una diminuzione del numero dei regolatori dell’appetito quali il “neuropeptide Y” (NPY) e la “pro-opiomelanocortina” (POMC) nel nucleo arcuato dell’ipotalamo. In sinergia con i classici centri dell’appetito fisiologici, presenti nell’ipotalamo, la regolazione energetica viene controllata anche dai sistemi di ricompensa cerebrale, che si trovano nella via mesolimbica, attraverso neurotrasmettitori quali la dopamina, la serotonina ed il sistema oppioide.
Queste considerazioni potrebbero far pensare che il fumo è associato ad una perdita di peso. Tuttavia, come sottolineato dagli autori l’utilizzo della nicotina per dimagrire o per trattare l’obesità è una soluzione molto limitata, dal momento che, da studi su animali, è emerso che essa promuove la perdita di massa magra mentre i suoi effetti nella riduzione della massa grassa sono limitati. Inoltre il fumo è un fattore di predisposizione all’obesità addominale, all’intolleranza al glucosio e alla resistenza all’insulina. Infine viene riportato come fumare in gravidanza, influisca sul sistema metabolico della madre e rappresenti un fattore di rischio nel nascituro di sviluppare disturbi alimentari e disturbi comportamentali.
 


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)