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Fumo: a sei anni dalla legge Sirchia meno "bionde", ma fumatori stabili

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MILANO - La legge 3/2003 "Tutela della salute dei non fumatori", ribattezzata "legge anti-fumo" e voluta dall'allora ministro

della Salute Girolamo Sirchia, compie sei anni e vanta risultati importanti: sono calate significativamente (-12%) le vendite

di sigarette, anche se il numero dei fumatori si mantiene sostanzialmente stabile oscillando tra il 22% e il 23%. «A sei anni

dall'entrata in vigore della legge è ancora efficace la protezione dei non fumatori dall'esposizione al fumo passivo - rileva

il Ministero della Salute -, ma occorre mantenere e migliorare i risultati conseguiti, tenuto conto di segnali di allerta per

quanto riguarda la prevalenza dei fumatori». I risultati dell'anno appena trascorso, è il bilancio del dicastero, «se da un

lato sono incoraggianti, dall'altro mostrano quanto ci sia ancora da fare e sia necessario mantenere alta l'attenzione di

istituzioni, mezzi di comunicazione e cittadini sull'"epidemia di tabagismo", secondo la definizione dell'Organizzazione

Mondiale della Sanità».
«FARMACI GRATIS» - Secondo il direttore dell'Osservatorio fumo, alcol e droga dell'Istituto superiore di sanità Piergiorgio

Zuccaro occorre molto di più in termini di azioni concrete: «per esempio garantire la rimborsabilità dei farmaci per smettere

di fumare come già accade in Paesi come la Gran Bretagna». Il calo delle vendite di sigarette è un dato reale, rileva

l'esperto, ma si deve tenere conto del contrabbando, soprattutto via internet; un fenomeno difficile da misurare ma

presente». Per Zuccaro, «l'obiettivo da porsi sul lungo termine è quello di dimezzare il numero attuale di fumatori, e questo

è possibile solo attraverso azioni concrete e mirate». In Gran Bretagna «il governo ha finanziato il rimborso dei farmaci

utili per smettere di fumare, decidendo che conviene investire in tal senso perché il costo delle patologie fumo-correlate

nella popolazione sarebbe di gran lunga maggiore. E in Francia i farmaci anti-fumo vengono rimborsati al consumatore con un

ticket». I costi non sarebbero esorbitanti: «Abbiamo calcolato che per garantire un ciclo di terapia farmacologica anti-fumo

per 500mila persone basterebbero 200mila euro, una cifra tutto sommato contenuta ma mirata a un'azione concreta ed efficace.

Si potrebbe pensare a un meccanismo di rimborsabilità tramite i centri anti-fumo pubblici». (Fonte: Ansa)