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Fumo, alcol, alimentazione scorretta, sedentarietà: queste le sfide mondiali della prevenzione

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Una politica sanitaria davvero mirata contro l'epidemia di malattie croniche
Da più parti vengono invocate anche tassazioni specifiche oltre che maggiore informazione ed educazione


Sconfitte (o quasi, almeno nei Paesi ricchi) le grandi malattie infettive, ecco la nuova epidemia mondiale: le malattie croniche (definite internazionalmente malattie non trasmissibili - noncommunicable disease in inglese, e in sigla Ncd - in contrapposizione con quelle infettive che, invece, si possono trasmettere da uomo a uomo o da animale a uomo). Stiamo parlando soprattutto di tumori, di patologie cardiovascolari, di diabete, di malattie respiratorie croniche. Tutte insieme sono responsabili di due terzi delle morti che si registrano nel mondo, uccidono ogni anno 35 milioni di persone, di cui 19 milioni prematuramente, prima cioè dei 70 anni. E costano alla società: le stime parlano di 43 mila miliardi di dollari di spesa fra il 2010 e il 2025. Ecco perché, in una mega assemblea alle Nazioni Unite nel 2011, si è lanciato l'allarme e si è costituta, nel frattempo, una task force internazionale che ha riunito le diverse agenzie delle Nazioni Unite e sta studiando le strategie di prevenzione. L'obiettivo è ridurre del 25 per cento le morti premature, dovute alle patologie croniche, entro il 2025.


I FATTORI - Ma, si chiede un articolo su Science firmato da Majid Ezzati e Elio Riboli dell'Imperial College di Londra, queste malattie si possono prevenire o si può almeno posticiparne la comparsa? In teoria sì, perché si conoscono abbastanza bene i fattori di rischio, grazie a numerosissimi studi epidemiologici. A partire da quello storico di Framingham (la cittadina del Massachussetts dove la popolazione è sotto controllo medico dalla fine degli anni Quaranta) che ha permesso di individuare i principali responsabili delle malattie cardiovascolari fino a quelli sui tumori che hanno consentito, tanto per fare un esempio, di mettere in relazione il fumo di sigaretta con il cancro al polmone o il virus dell'epatite B e C con il cancro al fegato. Oggi si sa che i quattro più importanti fattori implicati nella genesi delle malattie croniche sono: il fumo, l'alimentazione sbagliata, la mancanza di attività fisica e l'abuso di alcol. Conoscerli è importante, però non è sufficiente per la prevenzione. E la sfida alle malattie croniche su larga scala non può essere affrontata soltanto da chi si occupa di salute: deve prevedere una collaborazione strategica con altri settori e in particolare con le istituzioni politiche e amministrative.


PREVENZIONE - Gli esperti hanno individuato una decina di strumenti di prevenzione, fra cui, oltre all’abolizione del fumo, alla riduzione del consumo di alcol e all’incremento dell'attività fisica, sono compresi la diminuzione del sale nella dieta, l'eliminazione dei grassi trans, l'aumento del consumo di vegetali e frutta, la riduzione dei grassi saturi e dei carboidrati complessi in favore di quelli poli-insaturi e di prodotti integrali, la diffusione delle vaccinazioni come quella anti-epatite o anti-papilloma virus (coinvolto nella genesi del tumore alla cervice uterina). Ma tutto questo prevede scelte di politica sanitaria. Che riguardano, per esempio: la tassazione di tabacco o alcol, la limitazione della pubblicità di questi prodotti, il controllo sui cibi industriali e l'etichettatura, l'istituzione di programmi di educazione sanitaria per la popolazione, l'offerta di vaccinazioni. La prevenzione è un problema di tutti. Governi in primis.


Adriana Bazzi
 

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)