Fumo, alcol, cocaina. Viaggio nelle scuole d'Italia per parlare di dipendenza
Fumo, alcol, cocaina. Viaggio nelle scuole d'Italia per parlare di dipendenza
Il progetto "Io Vivo Sano" di Fondazione Veronesi
Fumo, alcol, marijuana. Ma anche cocaina ed eroina: in quantità minori, ma pur sempre preoccupanti. Sono questi i tasselli che compongono il mosaico delle dipendenze da sostanze d'abuso: legali (alcol e fumo) e non. Il problema, secondo le ultime stime del Centro Nazionale delle Ricerche (Cnr), riguarda quasi un ragazzo su tre, di età compresa tra 15 e 19 anni: tanti sono quelli che hanno fatto uso almeno una volta nella vita di una sostanza psicoattiva illegale. Un dato comunque parziale, che non tiene conto invece di quello che è l'effetto (peggiore) sinergico scatenato dalla combinazione di una o più di queste sostanze: circostanza tutt'altro che remota. Informare i ragazzi è quanto di più efficace si possa fare per metterli in guardia dalle insidie di queste sostanze. Già, ma come farlo senza evitare di apparire retorici e paternalistici?
In 15 città di Italia per parlare di (in)dipendenza
«Occorre spiegare loro che occorre una scelta di campo evitando quelle che implicano, specie per i minori, sempre e comunque un mancato rispetto della legalità e conducono comunque a danni sottovalutati e purtroppo spesso irreversibili per la salute», esordisce Emanuele Scafato, tra i fondatori di Eufas, la Federazione europea delle società che studiano le dipendenze e direttore dell'Osservatorio Nazionale Alcol dell'Istituto Superiore di Sanità. Da anni blogger della Fondazione Umberto Veronesi, sostiene l'approccio trasversale di una prevenzione integrata e di sensibilizzazione mirata che a partire dal 20 febbraio si rinnoverà per l'edizione 2018 del progetto «Io Vivo Sano»: una rassegna di 15 workshop cinematografici in altrettante città italiane (Venezia, Novara, Torino, Palermo, Teramo, Nereto, Modena, Arezzo, Genova, Vibo Valentia, Napoli, Bergamo, Milano, San Benedetto del Tronto e Roma), rivolti agli studenti della scuola secondaria di secondo grado (oltre tremila gli adolescenti che saranno coinvolti). L'iniziativa, resa possibile grazie al contributo delledelegazioni della Fondazione diffuse sull'intero territorio nazionale, prevede la proiezione del film «Flight» (Robert Zemekis, 2012), a seguito del quale ci sarà ogni volta un dibattito tra gli studenti, un giornalista scientifico della Fondazione Umberto Veronesi e un esperto sul tema delle dipendenze. Scopo del progetto - partito da Venezia e si concluderà il 10 maggio con la data di San Benedetto del Tronto - è sensibilizzare e informare gli studenti riguardo le possibili conseguenze per la salute che un abuso di fumo (causa di sei milioni di morti ogni anno nel mondo), o di alcol (3,3 milioni i decessi dovuti all'abuso) o di droghe può comportare. «Si tratta di scelte che spesso i ragazzi compiono per emulazione, partendo dall'alcol come sostanza legale ma spesso droga ponte verso droghe illegali. Comportamenti che tendono ad abbassare la percezione del rischio e a consolidarsi nel tempo attraverso dipendenze multiple soprattutto nei più deboli - aggiunge lo specialista -. Con la Fondazione Umberto Veronesi abbiamo condiviso la necessità urgente di integrare le rispettive esperienze nei contesti scolastici, attraverso un percorso già avviato e con l'obiettivo comune di accrescere consapevolezza e sensibilità dei ragazzi sull'importanza dei corretti stili di vita e sulla possibilità di evitare conseguenze, che possono essere causate dalla dipendenza in genere, partendo dall'alcol e sfruttando il fenomeno del bere tra i giovani come paradigma sociale e sanitario di prevenzione possibile».
I limiti da non superare
Dipendenze che purtroppo affliggono sempre più giovani. L'Italia è in Europa il paese con il tasso più elevato di 15-16enni fumatori (37 per cento), mentre quasi un adolescente su due ha già consumato bevande alcoliche. L'Italia è anche terza in Europa per adolescenti che fanno uso di cannabis (27 per cento) ed è sopra la media europea di ragazzi che consumano droghe di diversa natura. «Ma sbaglia chi pensa che i giovani non vogliano essere informati su questi temi - prosegue Scafato, che parteciperà insieme ad altri esperti a diversi degli incontri in programma -. I ragazzi vogliono essere orientati. Il primo passo da compiere è spiegare che i limiti esistono per non danneggiare la loro salute: ma non in maniera paternalistica, bensì condividendo in un'ottica realistica le capacità di gestione del rischio nelle situazioni in cui loro si sentono vulnerabili: coinvolti dalle dinamiche di gruppo, dall'atteggiamento di sfida e di provocazione degli adulti e dalle norme imposte ma, secondo loro, ipocritamente disapplicate». Uno dei problemi dell'Italia è il mancato rispetto della legge che vieta la vendita di bevande alcoliche ai minorenni. «Di fronte a questo deficit di rispetto della legalità, un operatore di salute pubblica può poco. E allora non resta che spiegare ai ragazzi perché non dovrebbero comprare né in un bar né in un supermercato una qualunque bevanda alcolica che può esporre immediatamente a un rischio evitabile. Non è puro proibizionismo, ma una politica di controllo e di tutela dei più deboli, una scelta di civiltà e di rispetto per la persona e per la sua salute».
Alcol prima causa di morte tra i giovani
Gli incontri puntano a rappresentare un'opportunità di formazione pure per gli insegnanti, chiamati poi a portare avanti l'azione educativa nel corso dell'anno scolastico. L'attenzione partirà dall'uso di alcol, «sostanza legale come il fumo e come tali più accessibili per i nostri ragazzi - chiosa Scafato -. Guai a normalizzarle per logiche di convenienza.
(...omissis...)
copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://www.huffingtonpost.it/2018/03/06/fumo-alcol-cocaina-viaggio-nelle-scuole-ditalia-per-parlare-di-dipendenza_a_23378396/
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)