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Fumo, il pensiero modifica gli effetti della nicotina

Fumo, il pensiero modifica gli effetti della nicotina

FUMO, IL PENSIERO MODIFICA GLI EFFETTI DELLA NICOTINA
Le nostre convinzioni al momento dell'assunzione delle sostanze che danno dipendenza ne modulano i meccanismi di azione


Certe persone sviluppano facilmente una dipendenza verso il fumo, l'alcol, i farmaci o le droghe mentre altri sembrano non reagire allo stesso modo di fronte ad identiche sostanze. Date le dimensioni che ha assunto nelle nostre società moderne il fenomeno delle dipendenze, i meccanismi di azione delle sostanze psicoattive sono molto studiati, ma ancora non è del tutto chiaro fino a che punto il nostro apparato cognitivo possa intervenire per modularne gli inevitabili effetti diretti.


Un nuovo studio apparso sui Proceedings of the National Academy of Sciences mostra che le convinzioni che nutriamo al momento dell'assunzione giocano un ruolo significativo nella risposta neurologica alle sostanze che danno dipendenza e modificano la reazione fisiologica dell'organismo. La ricerca è stata condotta da un gruppo di neuroscienziati guidati da Read Montague, direttore della unità di psichiatria computazionale del Virginia Tech Carilion Research Institute, un centro accademico che utilizza modelli di calcolo per indagare la malattia mentale.


COME INIZIA LA DIPENDENZA
Le sostanze che danno dipendenza attivano dei circuiti cerebrali della via dopaminergica mesolimbica,
una sorta di interruttore della gratificazione che indica al nostro cervello quando un'attività è piacevole. Quanto più lo è, tanto più l'informazione verrà registrata e il comportamento ricercato e ripetuto. Questa è la fase di apprendimento e di stabilizzazione della dipendenza. Su questo processo biochimico, osservato anche negli animali, nell'uomo interviene la componente cognitiva delle convinzioni personali, sotto esame in questo studio.


L’ESPERIMENTO
L'esperimento è stato condotto su 24 fumatori.
I ricercatori hanno distribuito delle sigarette, ad alcuni con nicotina, ad altri senza. Alla metà dei soggetti, poi, è stato detto che la loro sigaretta aveva della nicotina, agli altri che non ne conteneva affatto. Dopo averla fumata, sono stati invitati ad entrare in risonanza magnetica per eseguire dei compiti legati al guadagno di denaro, come fare delle scommesse (che richiedevano di compiere delle scelte) o assistere a variazioni dei prezzi di mercato con conseguenti guadagni o perdite economiche (quindi, indipendenti dalle decisioni e azioni del soggetto). I ricercatori si sono concentrati sull'impatto delle credenze personali relative alla sostanza psicoattiva.


I risultati delle attivazioni cerebrali hanno mostrato che le credenze personali sono potenti quanto la sostanza psicoattiva. La convinzione di non aver fumato nicotina di chi in realtà aveva una sigaretta con la nicotina faceva diminuire l'effetto della sostanza. E, a parità di sigaretta, la risposta neurale - come ad esempio una maggior attivazione dei circuiti neurali della ricompensa- e comportamentale dei soggetti convinti erroneamente di aver fumato nicotina era diversa da quelli che credevano di non averla fumata. Come se la mancanza reale della sostanza fosse stata compensata dalle credenza di averla assunta, anche in termini di un soddisfacimento delle aspettative iniziali.


(...omissis...)


nicla panciera


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.lastampa.it/2015/02/27/scienza/benessere/fumo-il-pensiero-modifica-gli-effetti-della-nicotina-l8peYBnmqRDo2HZ9AZDTgJ/pagina.html


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)