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Gagliardi (Ser.T di Cecina): "Ora è l'alcol la prima emergenza"

Gagliardi (Ser.T di Cecina): "Ora è l’alcol la prima emergenza"

Come cambiano le tossicodipendenze: l'analisi di Gagliardi (Sert)
E' un problema sottostimato da affrontare subito, nell'immediato Riguarda soprattutto i giovani, ma non solo
GABRIELE BIBBIANI
CECINA. Dipendere significa avere bisogno di qualcuno o qualcosa per soddisfare una propria esigenza vitale: benessere

organico o equilibrio psicologico. Esistono dipendenze sane e dipendenze patologiche. Ne abbiamo parlato con un esperto,

specialista in tossicologia medica: il dottor Silvano Gagliardi, responsabile del Sert (il servizio tossicodipendenze) della

Asl.
Dottor Gagliardi, ha ancora un senso parlare di dipendenze nel XXI secolo?
«Certo. Come nel passato, esistono le classiche forme di tossicodipendenze da oppiacei, cocaina, amfetamine, cannabinoidi e

alcol. Ma è la figura del tossicodipendente ad essere cambiata. Anche se c'è ancora la figura del tossicodipendente che

utilizza una sola sostanza, in molti casi è necessario parlare di "politossicodipendente"».
Nell'ambito delle tossicodipendenze ritiene corretto parlare di droghe leggere e droghe pesanti?
«Il termine genera nell'opinione pubblica l'erroneo concetto che una sostanza sia meno pericolosa di un'altra. Non intendo

entrare nel dibattito se sia giusto o no liberalizzare l'uso di alcune sostanze, o esprimere un parere, ma ritengo

fondamentale che ogni persona e in particolare ogni adolescente debba essere informata sui pericoli specifici di ogni

sostanza».
Anche se non condivide i termini, ritiene che l'uso di droghe leggere possa essere propedeutico al passaggio alle droghe

pesanti?
«Non mi sento di poter affermare che l'adolescente o l'adulto che usa cannabinoidi nella vita passerà all'uso di oppiacei,

cocaina o altro; posso però assicurare che oltre il 90% delle persone che si presentano in cura in un servizio pubblico per

uso di oppiacei, cocaina e altro, hanno fatto in passato o nell'adolescenza uso di cannabinoidi».
E l'alcol? Il Sert ha in carico 257 pazienti e 55 sono dipendenti da alcol.
«L'alcol è un problema soprattutto tra i giovani che va affrontato nell'immediato affinando i metodi di prevenzione e di

intervento. Tuttavia, pur rivolgendo un'attenzione particolare alla popolazione giovanile, penso che sia molto utile

potenziare e ampliare prevenzione e cura in campo alcologico a tutta la popolazione, dato che il problema legato all'alcol

per varie ragioni è sottostimato».
La vita sociale è fatta anche di progresso scientifico e tecnologico. Pensa che anche questi elementi possano coinvolgere

l'evoluzione delle dipendenze?
«Certamente. A tale proposito appare corretto introdurre il concetto delle cosiddette dipendenze senza sostanza. Si tratta di

fenomeni nei quali non viene evidenziato alcun uso di sostanze, viene altresì individuata una dipendenza da azioni,

comportamenti ecc. Tipico esempio è quello che molti hanno indicato con il nome di Iad (Internet addiction disorder). Una

vera e propria psicopatologia dovuta all'abuso di internet, la quale mostra molti dei sintomi delle tossicodipendenze

classiche. Non va dimenticato che internet è una grande opportunità di comunicazione, che molte persone ne fanno uso e che

solo una piccola parte sviluppa una patologia specifica».
Ci può fare qualche altro esempio significativo?
«Il gioco d'azzardo. Naturalmente con questo termine non va inteso soltanto quello esercitato nei casinò o nelle situazioni

illegali. Si deve comprendere anche il gioco d'azzardo legale, attuato con le macchinette dei videopoker o con i gratta e

vinci. Premesso che moltissime persone giocano al videopoker del bar sotto casa o comprano il biglietto gratta e vinci dal

tabaccaio, senza sviluppare nel tempo alcuna patologia, alcuni sviluppano una dipendenza patologica vera e propria,

comunemente indicata con il nome di "gambling". Frequentemente persone con tossicodipendenza da sostanze sviluppano anche

dipendenze di altro tipo (gioco d'azzardo ecc.) e viceversa».
Da quanto espone pare che le tossicodipendenze e le dipendenze senza sostanza siano molto presenti nella nostra società. Come

ritiene ci si possa tutelare?
«Sono molto presenti, tuttavia è possibile attuare un'adeguata tutela fornendo una corretta informazione sui rischi e

benefici di ogni comportamento, cercando di sviluppare una propria autonomia di pensiero, fondata su una valida capacità

critica».
Per saperne di più: www.politicheantidroga.it