Genitori, attenzione alla dipendenza
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Iniziano sempre prima e i genitori spesso sottovalutano il problema. I giovani in Italia cominciano a consumare alcol tra gli 11 e i 12 anni, contro una media europea di 14. E sono circa 750mila gli adolescenti consumatori a rischio di bevande alcoliche, stando ai dati dell'Osservatorio nazionale alcol dell'Istituto Superiore di Sanità. Proprio per questo a Palazzo Madama è stato messo a punto un disegno di legge per evitare l'abuso tra i minorenni. Il progetto, presentato dal senatore Luigi d'Ambrosio Lettieri (PdL), segretario della 12a Commissione Sanità, e cofirmato da altri 21 senatori, se divenisse legge vieterebbe la vendita e la somministrazione di alcolici a chi meno di 18 anni. Oggi il limite è fissato a 16 anni. E ancora, per i guidatori di età inferiore ai 21 anni e per quelli in possesso di patente da meno di cinque anni, le sanzioni per guida in stato di ebbrezza scatteranno infatti già in presenza di un tasso alcolemico superiore a 0,2 g per litro, sostituendo il limite attuale di 0,5.
Baby-bevitori, un fenomeno in crescita. "L'alcol è la prima causa di morte dei giovani in Italia: circa 2.800 l'anno - spiega il professor Emanuele Scafato, direttore del centro dell'Oms di ricerca sull'alcol e direttore dell'Osservatorio Nazionale Alcol - Cnesps dell'Istituto Superiore di Sanità -. Un ragazzo su quattro muore per un incidente alcol-correlato. Ma la cosa che preoccupa di più è che oggi i ragazzi usano l'alcol per euforizzarsi e quando inizia l'effetto depressivo ricorrono alla cocaina". Per capire la diffusione del fenomeno in Italia basta guardare ai dati del rapporto dell'Osservatorio nazionale alcol dell'Iss. Sono 61mila gli alcoldipendenti in Italia, e quasi il 10 per cento ha meno di 29 anni. Ancora: un milione e mezzo di giovani tra gli 11 e i 24 anni sono a rischio alcol, un allarme diffuso soprattutto tra le ragazze; tra gli 11 e i 18 anni sono a rischio 750mila, ovvero il 22,4 per cento dei ragazzi e il 13 delle ragazze; tra i 19 e i 24 lo è il 25,3 per cento dei ragazzi e il 10,4 delle ragazze.
Poca prevenzione. "Questi dati fotografano una realtà - continua Scafato - che vede diminuire di anno in anno l'età in cui i ragazzi cominciano a bere e in cui si sta diffondendo un fenomeno che dimostra la voglia dei più piccoli di provocare, di apparire grandi e emancipati, disinibiti agli occhi degli altri: il binge drinking". Ciò significa che ormai si beve per ubriacarsi. Eppure si fa poca prevenzione: "Si spendono 169 milioni di euro per la pubblicità di bevande alcoliche - aggiunge Scafato - mentre la legge 125 per la prevenzione spende un milione di euro l'anno".
Genitori attenti ai segnali. Troppo spesso però anche i genitori dei baby-bevitori trascurano la diffusione del fenomeno, si deresponsabilizzano e non si preoccupano per la salute dei propri figli. Eppure basterebbe osservare i propri figli il sabato o la domenica mattina per capire se hanno consumato alcolici la sera precedente. "Il primo segnale - spiega Scafato - è il mal di testa da ‘sbornia' e il conseguente consumo di antinfiammatori a risveglio". L'alcol infatti è un potente vasodilatatore e, in più, aumenta la produzione di istamina, una sostanza in grado di provocare mal di testa che spesso si accompagna a un generale stato di malessere. Ancora, l'alcol può causare disidratazione, quindi se i figli bevono molto al mattino probabilmente stanno assecondando il proprio corpo che ha bisogno di liquidi per smaltire la bevuta. Infine basta odorare se la bocca puzza di vomito o se la camera da letto ha un odore pesante. L'alcol che non viene trattenuto e metabolizzato infatti evapora dalle mucose dello stomaco.