Germania: vietato pubblicizzare la birra come prodotto sano
Germania: vietato pubblicizzare la birra come prodotto "sano"
Lo ha stabilito la corte di Giustizia federale accogliendo il ricorso presentato da un gruppo di consumatori contro un birrificio di Leutkirch. Alla base dell'istanza c'era l'utilizzo della parola tedesca "bekömmlich" riferita alla famosa bevanda alcolica
La birra non può essere definita, e commercializzata, come prodotto salutare. Lo ha stabilito una sentenza della Corte di Giustizia federale tedesca accogliendo le ragioni di un gruppo di consumatori che ha citato in giudizio un'azienda produttrice.
La disputa su un termine
La trafila legale è iniziata dopo che il gruppo di tutela dei consumatori ha deciso di citare il birrificio Haerle, nella città meridionale di Leutkirch, sulla base del fatto che la pubblicità delle sue birre suggeriva presunti benefici alla salute per i bevitori. Alla base della disputa c'era la parola tedesca "bekömmlich", l'equivalente di "sana", che è stata inserita nelle pubblicità della bevanda alcolica. Secondo i querelanti, la parola è associata a proprietà salutari che la birra non può avere. Interpretazione sulla quale ha concordato il tribunale di primo grado che aveva già dato ragione all'associazione stabilendo che il termine "bekömmlich" non potesse essere utilizzato per pubblicizzare bevande contenenti più dell'1,2% di alcol.
La birra non può essere "sana"
Dopo il primo grado di giudizio, l'incartamento è arrivato ai giudici federali che hanno confermato la prima sentenza, stabilendo che "il termine bekömmlich è interpretato dal pubblico come sano, benefico e digeribile". I giudici, come riporta il Guardian, hanno poi precisato che, quando il termine è riferito al cibo, significa che il prodotto è facilmente assorbito e tollerato dal sistema digestivo, nonostante il consumo a lungo termine.
(...omissis...)
copia integrale del testo si può trovare al seguente link: https://tg24.sky.it/mondo/2018/05/18/sentenza-birra-germania.html
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)