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Gianni Testino: "Il vino fa bene? Falso"

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Il vino fa bene? Falso
Una class action contro i produttori
«L' ALCOL aumenta il rischio di tumori. Possono bastare tre bicchieri alla settimana». A collegare le patologie cancerogene con il consumo di

birra, vino o superalcolici è il Congresso nazionale della società italiana di Alcologia, aperto ieri a Villa Gualino. Ed è subito polemica

con l' attività dell' Osservatorio nazionale sul consumo consapevole del vino di Grinzane Cavour che sottolinea, dati alla mano, gli effetti

benefici di un uso moderato. Le critiche arrivano da Gianni Testino, vicepresidente della Società nazionale di oncologia il quale annuncia la

preparazione di una class action contro i produttori di alcolici a tutela delle vittime.
Perché questo contrasto con l' Osservatorio?
«I produttori possono promuovere il consumo di alcol, ma se lo fanno avvalendosi di comitati scientifici passa un messaggio sbagliato. Magari

il vino può far bene al cuore, ma se poi procura guai peggiori non vedo proprio dove sia il vantaggio. Anche bevendo poco si aumenta il

rischio di tumori. Basti pensare che il 10% delle patologie cancerogene riscontrate nella popolazione maschile sono dovuti al consumo di

birra, vino o superalcolici e il 4% per le donne».
In che quantità?
«Sono sufficienti tre bicchieri a settimana, tutto dipende dalla predisposizione genetica del soggetto. I tumori legati al consumo di alcoli

ci colpiscono la cavità orale, la laringe, l' esofago, o ancora, l' intestino e il fegato. Recenti studi hanno poi dimostrato che per

aumentare il rischio di cancro alla mammella possano bastare anche 6 grammi di alcol, ovvero mezzo bicchiere, al giorno. E non parliamo dei

superalcolici».
Il consumo in età precoce può provocare effetti peggiori?
«Certo. E purtroppo è proprio il Piemonte a detenere questo primato: è la regione in cui il consumo di alcol inizia prima, già a 11 anni. Con

effetti devastanti: la sensazione di piacere che prova un adolescente viene immediatamente collegata al consumo di alcol. Peccato che gli

effetti, come potrebbe essere appunto un tumore al fegato, vengano riscontrati anche 20 anni dopo».
Da che cosa deriva il rapporto di casualità tra i tumori e l' alcol?
«Nel 2010 l' Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha inserito tutte le bevande alcoliche nella lista di sostanze con la massima

potenza cancerogena. Per intenderci, con la stessa pericolosità delle sigarette e dell' amianto».
Cosa si può fare?
«Innanzitutto informare la gente. Noi non possiamo competere sul piano pubblicitario con i grandi produttori. Ma a maggior ragione sarebbe

opportuno, come per le sigarette, accompagnare la vendita di certi prodotti con l' avvertenza per il consumatore: "L' alcol nuoce gravemente

alla salute". Anche per questo stiamo preparando la class action».
ERICA DI BLASI


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)