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Gioco d'azzardo, è allarme rosa: triplicate le dipendenze femminili

Gioco d'azzardo, è allarme rosa: triplicate le dipendenze femminili


Pensionate vittime della noia, quarantenni senza più un lavoro, casalinghe che cercano nella fortuna un sostegno a bilanci

familiari dissestati. Le donne che hanno un rapporto patologico con il gioco aumentano. A Milano quelle che avrebbero bisogno

di assistenza sono 3mila, il 33 per cento del totale dei giocatori compulsivi morbosi, contro l'11 per cento del 2000. È la

stima dell'associazione Azzardo e Nuove dipendenze, che aiuta chi ha disturbi da gioco in collaborazione con Asl ed enti

locali. E che ora apre il primo gruppo terapeutico in Italia per sole donne. Il presidente Daniela Capitanucci spiega: «La

giocatrice ha problemi differenti a un uomo, serve un intervento mirato».
Dal 9 novembre il gruppo si incontrerà due volte al mese per un anno, sempre di martedì, alla parrocchia di San Pietro in

Sala in piazza Wagner. Ogni seduta durerà un'ora e mezza e le donne, al massimo quindici, potranno confrontarsi sotto la

guida delle psicoanaliste Valeria Locati e Fulvia Prever. «Le donne giocano per noia e frustrazione - dice Prever - oppure

per lenire sofferenze che derivano da maltrattamenti subiti. E sono sole. Mentre le mogli dei giocatori compulsivi sono

spesso solidali con il marito, fino ad accompagnarlo a una terapia di coppia, la donna che gioca non trova aiuto in casa, ma

condanne». La dottoressa Prever, che negli ultimi dieci ha seguito oltre cento giocatori, di donne ne ha incontrate appena

quindici. «Il gioco per le donne è un'onta, una vergogna da nascondere - spiega - e chi ne soffre si trova sola a gestire l'

incubo. Stando insieme, si spera possano aprirsi».
L'associazione And ha rilevato la percentuale delle donne fra gli utenti di ogni tipo di gioco in Lombardia. Se nelle

scommesse sportive le donne sono appena il 5 per cento dei giocatori, la percentuale sale al 39 per cento fra chi usa slot

machine e video lotterie, addirittura il 63 fra chi compra schedine tipo Gratta e vinci. Nelle sale bingo, come quelle aperte

in via Washington e via Lorenteggio, il rapporto fra donne e uomini è di 7 a 3. Una sproporzione in continua crescita.
«Il boom del gioco femminile si spiega in parte con l'aumento delle tipologie di giochi disponibili, sempre più pensati per

persone sole - dice Prever - ma dipende anche dalla crisi. La casalinga con scarse disponibilità economiche, una delle figure

di giocatrice tipo, tenta la fortuna per aiutare le finanze familiari e finisce per rimanere strangolata, prima con l'

umiliazione di vedersi negato il ruolo di amministratrice dei soldi di casa, poi con il senso di desolazione di chi ha

fallito. Altra giocatrice comune è la pensionata che, avendo orami figli grandi, soffre il senso di vuoto derivante dal non

avere più nessuno da accudire». Proprio il crescente gioco femminile è uno dei motori dell'esplosione del rapporto morboso

con l'azzardo collegata alla crisi.
La sezione lombarda dell'associazione Giocatori Anonimi, che nel 2007 ha ricevuto 640mila telefonate di richiesta d'aiuto da

parte dei giocatori e dei loro familiari, quest'anno si prepara a superare il milione. Una previsione in linea con la stima

della federazione degli operatori dei servizi delle dipendenze (Federsed), che immagina per il Nord Italia un aumento del 15

per cento di capitali giocati rispetto al 2009. Una crescita che andrebbe a incrementare ulteriormente la mostruosa cifra di

54,4 miliardi di euro spesi in gioco a livello nazionale l'anno scorso: il 3,7 per cento del Pil. «Meno soldi ci sono più si

gioca, e fino a quando la crisi non sarà alle spalle invertire la tendenza sarà difficile - dice Capitanucci - è un

meccanismo comprensibile ma devastante. Iniziative come la nostra sono una goccia nel mare, ma impegnarsi è necessario». Le

donne che volessero partecipare al gruppo possono chiamare il numero 331.921.56.27. Aspettando un contributo dalle

istituzioni per l'affitto della sala, si chiederà a ogni iscritta 5 euro per ogni incontro.