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Gioco d'azzardo e pubblicità

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GIOCO D'AZZARDO E PUBBLICITA'
Per l'Istituto dell'Autodisciplina della Pubblicità il gioco richiede una comunicazione improntata al senso di responsabilità.
Lo scorso aprile, una campagna pubblicitaria in favore del gioco d'azzardo, ha diffuso uno spot televisivo dove una donna, le cui fattezze

erano nascoste da elaborazioni grafiche molto colorate, descriveva la soddisfazione ed il piacere del gioco, che le faceva produrre

serotonina.
L'Istituto dell'Autodisciplina della Pubblicità, ha pronunciato la contrarietà dello spot al Codice di Autodisciplina della Comunicazione

Commerciale e ha emesso un provvedimento nel quale si legge: "Il gioco è utile e necessario, se fisiologico e naturale, ma è noto che può

essere fonte di patologia. Richiede pertanto una comunicazione improntata al senso di responsabilità, che obiettivamente manca nei messaggi in questione, impostati sull'apodittica esaltazione delle sensazioni positive che può regalare una vincita come se non esistesse la possibilità di una deriva patologica del gioco [...] Inoltre, si ricorda che lo spot televisivo contiene anche altre affermazioni, anch'esse contestate nell'ingiunzione: "Io gioco perché ho un bisogno e necessità dell'ormone della felicità: la serotonina. Mi fa eccitare la vincita".
Lo IAP sottolinea, ancora, come il gioco d'azzardo nella sua forma patologica è una delle prime forme di "dipendenza senza droga" individuate dalla psicologia e dalla psichiatria: "si configura come un problema caratterizzato da una graduale perdita della capacità di autolimitare il proprio comportamento di gioco, che finisce per assorbire, direttamente o indirettamente, sempre più tempo quotidiano, creando problemi secondari gravi come dipendenza, ossessione, ripetitività".
Anche se nel frattempo la pubblicità è stata sospesa, l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, chiamata ad esprimersi sulla campagna pubblicitaria della SNAI, ha valutato che le campagna non costituisce, limitatamente ai profili oggetto di valutazione, una pratica commerciale scorretta.
Con il provvedimento emesso lo scorso 28 aprile l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato mette a tacere le numerose polemiche sulla campagna pubblicitaria 2010 realizzata dalla SNAI SPA. Per l'Autorità non esiste ingannevolezza nei video "Il gioco è come l'ormone della felicità" e "la mia vita è stata un gioco" e in tutti i claim contenuti nei messaggi che continuavano ad associare in maniera diretta l'effetto della felicità al gioco presso un punto SNAI.
"La finalità della campagna pubblicitaria - dichiarano dalla SNAI - è stata quella di indirizzare i consumatori verso una rete di vendita

legale quale è quella che SNAI possiede sul territorio in quanto concessionario autorizzato e controllato dallo Stato per il tramite dell'

Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato (AAMS)".
"Forse il video relativo all'Ormone della felicità - prosegue - è stato un pò eccessivo, ma per il resto si tratta soltanto della pubblicità

di marchio, volta a rassicurare la clientela che giocare in una rete di agenzie sicura come quella di SNAI è divertente senza essere

pericoloso perché non ci si rovina".


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)