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Gioco d'azzardo: un milione di giovanissimi è a rischio

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Gioco d’azzardo: un milione di giovanissimi è a rischio
Sono oltre 400mila gli under 10 che hanno avuto a che fare con lotterie e gratta e vinci mentre 800mila under18 giocano di frequente

  
Simone Cosimi


C’è una generazione di nativi digitali e anche, però, una di nativi giocatori d’azzardo. I dati  diffusi pochi giorni fa da Paidòss , l’Osservatorio nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza, sono impressionanti. Perché raccontano la famigliarità con un mondo d’altronde sempre più frequentato dai genitori. Come al solito, però, quest’ultimi sembrano ignorare i nuovi gusti dei figli e brancolare nell’ignoranza.


In Italia 400mila bambini sotto i 10 anni hanno giocato a lotterie o hanno avuto a che fare con i gratta e vinci. A questi vanno aggiunti altri 800mila ragazzi fra gli 11 e i 17 anni per i quali invece il gambling fa parte del menu quotidiano. Totale: 1,2 milioni di giovanissimi che rischiano di precipitare in maniera ancora più profonda dei grandi nel vortice della ludopatia. Stando appunto alle valutazioni di Giuseppe Mele, presidente di Paidòss e della Società italiana medici pediatri, la chiave del dramma è “l’elusione del problema” da parte degli adulti: “Il gioco entra nelle vite dei ragazzini in maniera strisciante perché è un’attività normale”.


D’altronde, se l’obiettivo si muove per un attimo proprio sulla famiglia lo stupore scompare. Il 50% dei genitori frequenta sale giochi, nel 55% dei casi portandosi dietro i pargoli fra una puntata e l’altra. Ma soprattutto lo fanno senza conoscere i rischi: il 90%, infatti, non sa neanche cosa sia la ludopatia e dunque come comportarsi per uscirne o limitarne gli effetti.


Altro aspetto impressionante, di cui Wired si è occupato in un’inchiesta  di data journalism che nei mesi si è arricchita di altri elementi, è la proliferazione e soprattutto la capillarità delle sale slot e videolottery. Secondo l’indagine oltre il 25% degli italiani abita nei pressi di un posto del genere mentre il 20% non saprebbe dirlo. Dunque la percentuale supera senz’altro il 30%.


Senza contare che quasi il 20% ritiene che si possa accedere già dai 16-17 anni (a cui va aggiunto il 6% che farebbe entrare anche i più piccoli) mentre, come noto, è vietato fino alla maggiore età. Più o meno la stessa percentuale (intorno al 20%), d’altronde, ritiene il divieto sbagliato e il 25,5% non ha un’opinione. Mentre il 24,7% è addirittura a favore di nuove aperture. Ecco servito il substrato culturale in cui crescono i giovani italiani, fatto di 15 milioni di giocatori fra cui almeno 3 a rischio dipendenza (dati dell’Osservatorio fumo, alcol e droga dell’Istituto superiore di sanità) che perdono 17 miliardi di euro l’anno .


(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.wired.it/lifestyle/salute/2014/05/08/gioco-milione-ragazzi-rischio/


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)