Giornata mondiale della Salute Mentale: dati dell'OMS sul disagio psichico
Giornata mondiale della Salute Mentale: dati dell'OMS sul disagio psichico
di MAURIZIO MOTTOLA
Come ogni anno dal 1992 il 10 ottobre è dedicato alla Giornata mondiale della Salute Mentale (la XIX nel 2010), sostenuta
dalla Federazione mondiale per la salute mentale (WFMH), dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), dalle Nazioni Unite
(ONU) e voluta per sensibilizzare sui problemi delle persone che vivono un disagio mentale.
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), attualmente nel mondo sono 450 milioni le persone che almeno una volta
nella vita presentano un disturbo mentale: soffrono soprattutto di depressione (154 milioni), di epilessia (50), di
schizofrenia (25), di Alzheimer e di altre forme di demenza (24). A questi vanno aggiunti i 91 milioni che abusano di alcol,
i 15 milioni che fanno uso di sostanze stupefacenti e le 873.000 persone che si suicidano ogni anno.
La depressione risulta essere la quarta causa di disabilità nel mondo. Tale problematica è responsabile della perdita del 13%
degli anni di vita (DALYs) e tale perdita nelle condizioni attuali è destinata ad aumentare del 15% nei prossimi 15 anni.
Entro il 2020 il 25% della popolazione dei paesi più industrializzati sarà gravato da disturbi mentali e solo l'1% sarà preso
in carico come paziente, in quanto se tutte queste persone si curassero i bilanci statali crollerebbero.
L'OMS afferma che è necessario tenere presente che la malattia mentale (che non include il mero malessere psicologico) è
responsabile di un enorme peso per la società, non solo in termini di sofferenza ma anche di perdite economiche e di concausa
di numerose malattie fisiche. Le risorse finanziarie destinate per la promozione della salute mentale e del benessere
psicofisico sono considerate erroneamente una spesa , quando sono invece nei dati delle ricerche forniti dall'Organizzazione
Mondiale della Sanità un investimento, in quanto la maggiore risorsa naturale delle nazioni sono i cittadini.
Alla salute mentale viene in molti paesi destinato meno dell'1% dei fondi sanitari e la stessa salute mentale non ha la
priorità che le andrebbe attribuita, in considerazione anche del fatto che quella mentale è la più specificamente umana delle
malattie. Anche in Italia (dove si registra un consistente aumento del consumo di psicofarmaci) la scelta che si pone è di
destinare le risorse adeguate all'assistenza psichiatrica. Comunque secondo l'Istat (dati 2006) le persone in Trattamento
sanitario obbligatorio (TSO) risultano 10.333, nel 2005 se ne contavano 10.418.
Le persone con schizofrenia e disturbi correlati sono 3.976, quelle con disturbi di ansia o con problemi dissociativi e della
personalità 1.174. Seguono poi 1.815 persone che soffrono di altre psicosi, 1.893 soffrono di disturbi affettivi, 601 le
persone con disturbi dovuti ad abuso di alcol e 204 con disturbi mentali dovuti ad abuso di droghe. Sono più gli uomini
(6063) che le donne (4270) a soffrire di una patologia mentale. Le fasce di età più colpite: 25-44 anni per la schizofrenia
(2176) e l'ansia (743), 45-64 per la schizofrenia e i disturbi affettivi (896).
L'Istituto superiore di sanità (dati 2006) riferisce che la schizofrenia colpisce il 3-4 per mille degli italiani nel corso
della vita, del disturbo bipolare ne soffre l´1% di italiani, mentre di depressione unipolare l'1,5%. Il rapporto tra donne e
uomini è di 2 a 1. Disturbi d'ansia: 2,2% ha per lo più fobie specifiche. Quattro volte maggiore la prevalenza nelle donne.
Disturbi da alimentazione: 1,2%. Di questi, 0,4% anoressia nervosa, 0,3% bulimia nervosa, 0,3% Bed (disordini alimentari). I
numeri dei servizi: dopo la riforma del 1978 in Italia sono attivi piccoli reparti in ospedali generici e la rete
territoriale che ruota intorno ai Centri di salute mentale, oltre a strutture e residenze pubbliche e private.
I Servizi psichiatrici di diagnosi e cura (SPDC) sono 266, con 3.498 posti letto. Le cliniche universitarie sono 23, con 399
posti letto. In un periodo definito di scarsa disponibilità di risorse finanziarie, va comunque sostenuta una politica di
implementazione delle risorse umane, con sostegno all'aggiornamento, alla formazione ed alla ricerca.
La risorsa più preziosa per una organizzazione, una comunità ed una nazione sono le persone: il vero capitale è il capitale
umano. Il compito degli operatori della salute mentale è quello di operare sempre in scienza e coscienza per promuovere gli
interessi degli utenti; questo presuppone l'applicazione del paradigma bio-psico-sociale ed il centrarsi sulle persone: il
sapere, il saper fare, il saper essere capaci ed aggiornati per accogliere l'altro con rispetto ed offrirgli un luogo
attrezzato e sicuro dove superare la crisi acuta, riprendere forza, sviluppare le proprie potenzialità e stabilire un
rapporto migliore con se stessi, gli altri ed il mondo.
Gli sviluppi scientifici dei modelli biologico, psicoterapeutico, psicosociale consentono di affrontare in maniera
multidisciplinare la malattia mentale in un contesto che però è condizionato ancora notevolmente dalla "paura della follia"
da un lato e dall'altro dalla mancanza di interventi cogenti delle istituzioni, legate a tempi oggettivi completamente
distanti dalle esigenze della collettività.
Occorre dunque destinare le risorse adeguate all'assistenza psichiatrica, sia tenendo conto che rendere operative e
funzionali strutture che seguano il paziente psichiatrico nelle varie fasi del percorso assistenziale è una scelta politico-
sociale di civiltà con i suoi relativi costi , sia rendendosi conto che tale scelta va anche sostenuta a livello culturale
con informazioni ed iniziative che contribuiscano ad elaborare la radicata "paura della follia".
La diminuzione del malessere e l'incremento del benessere esistenziali dei cittadini hanno da essere gli indicatori di
civiltà di un popolo, che non può essere valutato unicamente con il Prodotto Interno Lordo (PIL) nella graduatoria di
sviluppo. E' questo il salto emotivo-cognitivo da compiere negli indirizzi politici.