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Giovani ad alto rischio in tutta Europa: i dati del progetto Icaro

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Giovani ad alto rischio in tutta Europa. Anche dove i controlli ci sono e si fanno gli spot-choc
Sorpresa. Tra i giovani, non ci sono civiltà, repressione e campagne educative che tengano: in tutta Europa, quanto a comportamenti su

strada, i ragazzi sono abbastanza simili ai loro coetanei italiani. Alla faccia delle lamentele nostrane contro gli spot sulla sicurezza con

messaggi all'acqua di rose, contro gli scarsi controlli eccetera. Sono i risultati della prima ricerca massiccia (12mila questionari) e

coordinata su scala europea. E, altra sorpresa, il metodo è tutto nostro, italiano: è preso pari pari da Icaro, tanto che in ambito Ue lo

hanno chiamato Icarus e che il coordinamento è stato fatto dalla nostra Polizia stradale e dagli esperti di psicologia della Sapienza, che

ormai su queste cose lavorano da vent'anni.
Come nelle ricerche portate avanti in Italia, è emerso che pure su scala europea i giovani possono dividersi in tre categorie, il cui peso

sul totale varia poco da Paese a Paese:
1. gli aggressivi, che sono i peggiori perché non sono intolleranti solo delle regole, ma anche di chi gli sta attorno sulla strada, presi da

una dose di ansia e senza percezione dei rischi che corrono (in particolare a causa degli effetti di alcol e droga sulla capacità di guida);
2. quelli che hanno troppa fiducia in se stessi, che per molti versi hanno un profilo analogo a quello degli aggressivi ma sono un po' meno a

rischio, anche perché consapevoli dei danni che fanno alcol e droga;
3. i sicuri, che evidenziano un senso delle regole e del controllo, unito alla capacità di coinvolgersi moralmente.
I tratti comuni un po' a tutta Europa sono la prevalenza in auto dei troppo-fiduciosi (overconfident), seguiti dai sicuri e dagli aggressivi,

una quota di questi ultimi maggiore tra gli utenti di moto e motorini e una certa "trasversalità" fra i componenti dei due gruppi peggiori

(sono rappresentate un po' tutte le età e ambo i sessi, con una maggioranza dei maschi ma non nelle proporzioni che ci si potrebbe

attendere).
Le uniche differenze importanti sono che i soggetti più a rischio in auto arrivano a quote preoccupanti (oltre il 30%, arrivando verso il

40%) in Paesi non tanto evoluti quanto a sicurezza: Lettonia, Cipro e Bulgaria. Gli overconfident, invece, sono abbastanza dappertutto tranne che in Bulgaria (perché "schiacciati" dalla categoria peggiore), Irlanda e Francia (qui invece si sente l'influsso della categoria migliore).
Per analizzare tutti i risultati, ecco il testo integrale del rapporto (Scarica ICARUS_Research Report). Questa ricerca è stata importante

per calibrare l'attività successiva (qui potete leggere, in italiano, tutte le fasi del progetto Scarica Brochure ICARUS IT), quella della

formazione dei giovani. La conferma che anche in Europa la situazione di partenza è analoga all'Italia ha fatto sì che si potesse esportare

anche il modello formativo di Icaro, stavolta tra i ragazzi nella fascia di età 17-21 anni, dalla quale si è scelto di cominciare.
Sono testimone di quanto sia delicato calibrare questa fase: ci sono da istruire bene i poliziotti che vanno nelle scuole. In Italia ormai

con gli anni si è formato un team su tutto il territorio, all'estero tutto questo era da creare ed è stato fatto. Credo si sia cercato di

farlo bene, perché alla fine - come in Italia - ogni autorità coinvolta ha fatto un proprio bilancio interno, sottolineando i punti di forza

e di debolezza dell'attività svolta.
In definitiva, quando si parla degli obiettivi europei di dimezzamento delle vittime della strada, si pone l'accento soprattutto su

repressione, equipaggiamenti disicurezza dei veicoli e - ultimamente - prontezza dei soccorsi. Si parla poco di iniziative del genere. Che

però, proprio perché rivolte ai giovani, sono un investimento per il medio-lungo periodo. Cioè per la stessa prospettiva temporale che si

pongono proprio gli obiettivi europei.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)