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News di Alcologia

Giovani, alcol e discoteche: considerazioni di Angelo Zibelli (Gruppo locali da ballo)

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Lettera Presidente su abuso di alcol tra i giovani
Egregio direttore,
i recenti fatti avvenuti richiedono che sia chiamato a esprimere la mia posizione come presidente del gruppo locali da ballo di Ascom Bergamo

e membro del Consiglio nazionale del SILB di Fipe.
In questi giorni, forti dei dati statistici pubblicati dall'ASL e da alcuni casi di cronaca, le discoteche sembrano essere diventate il capro

espiatorio del problema dell'abuso di alcol tra i giovani.
Su questo tema vorrei fare alcune considerazioni.
Innanzitutto mi piacerebbe capire il perché i nostri giovani bevono fino ad ubriacarsi. E poi se realmente la discoteca è l'unico luogo in

cui si ubriacano.
Esiste un problema di disagio e di educazione dei giovani che sta in capo alle famiglie e che nel quale sembra che nessuno voglia entrare

pensando di trovare facili alibi. Credo che potremmo chiudere le discoteche e i nostri giovani continuerebbero a ubriacarsi.
Ovviamente possano esserci delle violazioni nella vendita di bevande alcoliche a minori di anni 16, ma posso dire, con una discreta certezza,

che i giovani difficilmente si ubriacano in discoteca, perché bere alcolici in discoteca costa troppo caro e i giovani di soldi ne hanno

sempre meno. E' più facile, invece, che comprino altrove le bottiglie di superalcolici, ne dividano la spesa, le tengano in macchina e le

bevano prima di entrare in discoteca. Chiedete a loro e vi spiegheranno come si fa, senza fatica. Ubriacarsi in discoteca non è più facile di

ubriacarsi in mille altri posti.
Bisogna allora prendere in considerazione non il luogo ma la volontà. Senza dimenticare che sebbene i casi denunciati dall'ASL siano molti

alti, la stragrande maggioranza di giovani che frequenta le nostre discoteche non esagerano nel bere, non si drogano e interpretano la serata

per quello che deve essere.
Ma perché un giovane beve fino a sentirsi male? Questo è ciò che mi preoccupa. Certamente la colpa non è da imputare al bar o alla discoteca

che tra i suoi servizi vende drink? Forse tra questi c'è chi ama la trasgressione, che inizia dalla violazione di un divieto o di un obbligo.
Altra considerazione: dove facciamo prevenzione? In famiglia e a scuola non mi risulta. La prevenzione è l'unico rimedio vero al problema, ma

costa e di soldi lo Stato ne spende sempre
meno. Negli anni scorsi il Gruppo dei locali da ballo di Ascom ha aderito a numerose campagne di informazioni e prevenzione organizzate e

finanziate a livello ministeriale. Per merito dei molti soggetti coinvolti, e del lavoro di molti educatori, assistenti sociali, abbiamo

registrato buoni risultati. Oggi si potrebbero fare altre proposte simili, ma Stato ed enti pubblici territoriali non hanno più denaro.
Infine la proposta di innalzare a diciotto anni il divieto di entrare in discoteca, credete che possa servire a proteggere i giovani?

Sicuramente no! Perché in discoteca non si deve andare né per bere né per drogarsi. E' un divertimento di musica e ballo che piace ai giovani

e che deve restare pulito. Se ci dovesse essere dell'altro e dovessero esserci responsabilità da parte dei gestori, sono il primo a proporre

la chiusura dei locali.
L'innalzamento dell'età a diciotto anni per l'acquisto di alcol, peraltro già approvato anni fa in un Decreto legge poi ritirato dal Governo,

mi vede personalmente d'accordo. Molti gestori già non vendono alcolici a chi ha meno di 18 anni. Ma non dimentichiamo che solo la

prevenzione e l'attenzione verso i valori dell'educazione si attenuerà il problema.
Ha questo punto non mi resta che fare alcune proposte. La prima è quella di rendere più difficile l'acquistare di alcolici, inasprendo le

sanzioni verso la cosiddetta offerta parallela: supermercati, distributori automatici, kebab, circoli privati ecc. Perchè è da lì che l'alcol

arriva e costa molto meno. Quindi meno punti di approvvigionamenti e più controlli.
La seconda: più attenzione ai giovani e più ascolto, grazie anche a maggiori fondi che finanzino l'entrata degli educatori nei locali.
Chiedo infine ai colleghi una maggiore attenzione, perché possono essere uno dei pochi punti di contatto con giovani difficili e in

difficoltà.
Con viva cordialità
Angelo Zibetti
Presidente Gruppo locali da Ballo
Ascom Bergamo


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)