338-1938888 o 331-2460501/2/3 o 0172-55294[email protected]

News di Alcologia

Giovani "colletti bianchi" inglesi più esposti ai problemi di gioco

gioco d'azzardo dipendenza malattia psichica giovani alcolismo

Maschio, 30 anni, laureato, impiegato. È questo l'identikit del giocatore compulsivo, tracciato da una ricerca condotta dalla Npgc, il Centro Nazionale per i Problemi di Gambling della Nhs, il sistema sanitario nazionale del Regno Unito. Gli psichiatri segnalano un sorprendente numero di impiegati della City e laureati con problemi legati al gioco d'azzardo.
Risultati che a detta degli psicologi, sono piuttosto inusuali, visto che secondo i normali modelli sociologici, la dipendenza dal gioco tende ad essere maggiore tra le classi lavoratrici. Il rallentamento dell'economia ha sicuramente aggravato le condizioni economiche e i problemi psichiatrici, ma ha anche provocato un aumento delle probabilità di pazienti a rischio ludopatia.  
L'indagine ha riguardato 260 pazienti con un'età media di 36 anni. Due terzi erano impiegati, molti dei quali ricoprivano alte cariche. Solo il 3 percento erano donne.
"E' molto insolito, perché ci troviamo di fronte a persone estremamente abili nel loro lavoro, molto affidabili e molto rispettati dai loro datori", ha dichiarato al Times Henrietta Bowden-Jones, una psichiatra consulente del centro.
Secondo i calcoli, queste persone hanno raggiunto debiti di gioco tra le 2.000 e le 500.000 sterline.
Emanuel Moran, un consulente specializzato nel gioco d'azzardo patologico presso il Royal College of Psychiatrists, ha detto che la compulsività tra le persone che svolgono impieghi importanti è in crescita. "L'intelligenza può portarti a guadagnare potere, e questo può consentire di mantenere alta la spesa per il gioco. Il problema è che il gioco d'azzardo non è percepito come una tossicodipendenza, e si può cadere nella ludopatia senza riconoscere di avere un problema".  
Secondo la Gambling Commission ci sono tra i 250.000 e 300.000 giocatori problematici in Gran Bretagna, circa lo 0,6% della popolazione adulta