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"Giovani e legalità nella provincia di Vicenza": incontro sul tema delle dipendenze tecnologiche

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Il progetto "Giovani e legalità nella provincia di Vicenza" ha preso forma scegliendo come pioniere il Comune di Montecchio

Maggiore.
Venerdì la Prefettura di Vicenza ha ospitato Provincia, Ulss (3, 4 e 6), Ufficio Scolastico Provinciale e Comuni (Montecchio

Maggiore, Schio, Thiene, Bassano del Grappa e Valdagno) per la sottoscrizione del protocollo Provincia Giovane in cui è

inserito il progetto "Giovani e legalità", ma già a inizio settimana scorsa 200 studenti di seconda media dei due comprensivi

castellani si erano ritrovati nella sala civica della Corte delle Filande per una lezione sull'uso consapevole di internet a

cura della Polizia Postale di Vicenza, dando il via ad una serie di lezioni che interesseranno nel corso dell'anno scolastico

117 scuole e 100 Comuni del vicentino, per un totale di oltre 15mila studenti coinvolti.
"I nostri ragazzi -sottolinea l'Assessore Comunale alle Politiche Giovanili e all'Innovazione Leonardo Peotta- devono

crescere non solo in conoscenza, ma anche in valori, per diventare cittadini consapevoli e rappresentare una parte attiva

della comunità. La scuola può e deve fare molto, ma è necessario affiancare agli insegnanti specialisti della Polizia

Postale, della Polizia Stradale, della Questura, dell'Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, dei Vigili del Fuoco e

del Corpo Forestale dello Stato per lezioni mirate, per affrontare temi che vanno dal consumo di sostanze stupefacenti al

bullismo, dalla legalità fiscale alle dipendenze tecnologiche."
E proprio alle dipendenze tecnologiche è stata dedicata la prima lezione a Montecchio Maggiore. Un tema di grande interesse

per i più giovani, visto che buona parte degli studenti presenti ha dichiarato di usare internet a casa, di essere iscritto

ai più noti social network (facebook e twitter) e di avere libero accesso alla rete senza alcun controllo da parte di

genitori o altri adulti.
"Internet -ha spiegato Barbara Bartoli della Polizia Postale- è spesso interpretato come un luogo senza regole, dove tutto è

possibile nascondendosi dietro a pseudonimi o all'anonimato. In realtà non è così. Attraverso internet si commettono reati

relativi soprattutto alla violazione della privacy, alla diffamazione, alla tutela del copyright. E poi ci sono pericoli

legati alle persone che si conoscono, soprattutto quando si passa dal virtuale al reale e la persona che si incontra non è

esattamente quella che ci si aspettava."
Tanta la curiosità dei ragazzi e tante le domande, per uno strumento che è entrato in maniera dirompente nella vita delle

persone e che ha cambiato il modo di comunicare. Proprio per questi motivi il progetto interesserà a breve anche gli studenti

dell'Istituto Superiore Ceccato.
"E' giusto -conclude Peotta- essere consapevoli dei rischi che soprattutto i più giovani corrono utilizzando internet, ma

senza negarne l'enorme potenziale e le numerose opportunità, che mi fanno stare dalla parte di chi associa ad internet più la

parola libertà che la parola pericolo."