338-1938888 o 331-2460501/2/3 o 0172-55294[email protected]

News di Alcologia

Giovani malati di gioco d'azzardo: dati e riflessioni

cufrad news alcologia gioco d'azzardo giovani

CLAUDIO LAUGERI
Torino. Cinquantaquattro miliardi di euro giocati nel 2009, 49,6 nei primi 10 mesi di quest'anno, il 12 per cento in più

rispetto all'anno precedente. I dati sono dell'Amministrazione autonoma monopoli di Stato (Aams) e fanno capire la colossale

dimensione del business legale in Italia. Secondo uno studio della Italian Population Survey on Alcohol and other Drugs

(Ipsad), in Piemonte i giocatori (anche occasionali) sono tra il 39,5% (donne) e il 44,5% (uomini). E tra questi, ci sono

molti giovani: dai dati della European School Survey Project on Alcohol and other Drugs (Espad), almeno un milione di

adolescenti ha giocato almeno una volta nel 2009. Le percentuali sono cresciute dal 39 per cento del 2000 al 51,6 dell'anno

scorso. E in Piemonte la media è tra il 41,1 delle donne e il 49,2 degli uomini.
I giochi considerati sono tutti quelli ammessi dalla legge, dal videopoker alle scommesse sportive, dalle lotterie ai «gratta

e vinci». Tutti legali, per i maggiorenni. Vietati ai minori, come specifica sul proprio sito l'Aams. Ma nessuno vigila su

rispetto di questo divieto. E, soprattutto, non è prevista sanzione. Esistono addirittura distributori automatici di «gratta

e vinci». Basta inserire la moneta. Anche un bambino può acquistare quei biglietti. Ed è tutto legale. Nell'illegalità. In

nome degli introiti da capogiro che riescono laddove hanno fallito ben più sofisticate politiche socio-economico-finanziarie.
Il miraggio della vincita è coltivato a suon di pubblicità, differenziate in base ai vari prodotti offerti (dal lotto, alle

scommesse, al «gratta e vinci»), che condividono la stessa logica della vincita a piramide: pochissimi potranno esultare per

incassi ricchi, molti potranno beneficiare di colpi di fortuna medio-piccoli. Tutto messo nero su bianco, in ossequio alla

trasparenza. Ma su tavole, torte e istogrammi superdettagliati non può comparire la regola non scritta del giocatore: le

piccole-medie vincite vengono reinvestite nel gioco, quasi non fossero soldi propri, ma soltanto regalati dalla buona sorte.
I numeri aiutano a capire. Prendiamo il «gratta e vinci» denominato «Monopoly». Ogni tagliando costa 3 euro. La Aams ne ha

stampati 36 milioni. Il monte premi è di 72 milioni 627 mila euro. Le vincite sono distribuite a piramide: sei sono da 200

mila euro (un milione e 200), ventiquattro da 20 mila euro (480 mila) e via via fino ai 5 milioni 431 mila e cinquecento

premi da 5 euro e ai quasi altrettanti da tre euro. Per la «legge del giocatore», le vincite più basse (consideriamo quelle

fino a 15 euro) vengono reinvestire nello stesso gioco. Risultato: su 72 milioni e 627 mila euro pagati come premi da Aams,

con ogni probabilità almeno 52 milioni 272 mila euro tornano poi al mittente. E così, il monte premi si riduce a un terzo,

per mano degli stessi giocatori. Tutto legale.