Giovani, ubriachi, a tutta velocità: aumentano i morti nel week-end
alcol guida
Nel 2009 multati in 37mila per guida in stato di ubriachezza
di Carla Massi
ROMA - Trentasettemila italiani, l'anno scorso, sono risultati positivi all'etilometro e hanno pagato una multa per guida in stato di ubriachezza. Trentasettemila mine vaganti, soprattutto la notte. Trentasettemila persone sono state fermate e scoperte ma, quante altre, nelle stesse condizioni, hanno guidato speditamente magari con amici o familiari a bordo? Chi da anni analizza i numeri del pianeta alcol dice che non si sbaglia a pensare che sono almeno cento volte di più quelli sfuggiti ai controlli. E proprio più controlli chiedono gli esperti assai preoccupati nel sapere che la legge sulla sicurezza stradale ha subìto un ennesimo rallentamento. «Ogni anno in Francia si fanno 8 milioni di verifiche sulle strade - spiega Emanuele Scafato, direttore dell'Osservatorio nazionale alcol dell'Istituto superiore di sanità e presidente della Società di alcologia - mentre in Italia sono poco più di 1,3 milioni. Ricordiamo che la guida in stato di ebbrezza è ancora oggi la prima causa di morte tra i ragazzi».
Un terzo delle vittime nei week end è sotto i 30 anni. Un vero e proprio allarme sociale denuncia la Fondazione Ania per la sicurezza stradale. «Siamo di fronte ad un dramma legato alla deriva delle giovani generazioni - stigmatizza il presidente Sandro Salvati -. Da una parte l'Asaps, Associazione amici della polizia stradale, ci dice che salgono i morti da incidenti stradali nei fine settimana del primo quadrimestre 2010 e oltre un terzo delle vittime ha meno di trent'anni. Dall'altra l'Istituto superiore di sanità ci comunica che cresce tra i giovani, under 24, la moda del bere per sballarsi». E dalle istituzioni? Un quasi silenzio che fa male. Negli ultimi anni i dati dell'Istituto di sanità, appunto, hanno disegnato in modo sempre più netto il profilo del nuovo rapporto dei giovani con l'alcol. Spesso, accompagnato dalla droga. Dal momento che si beve per potenziare l'effetto della coca, come delle anfetamine. Esistono quintali di studi e i controlli di notte lo dimostrano: gli italiani, in particolare i giovani, non hanno chiari i pericoli dell'ubriachezza al volante. E nei fine settimana si contano i morti. Dalle 22 alle 6 del mattino si sfiora la mattanza. Confrontiamo i primi quattro mesi di quest'anno con quelli dell'altr'anno: gli incidenti mortali dovuti, con ogni probabilità all'alcol, sono passati da 94 a 117 e le vittime da 106 a 136.
«Crescono le vittime sulle strade - aggiunge il presidente della Fondazione Ania - e, al tempo stesso, cresce il numero di giovani che bevono alcolici in maniera smodata. Per questo è necessario che le istituzioni, la società civile e tutti quanti a vario titolo coinvolti, si muovano insieme, in fretta, in maniera decisa». Che i ragazzi cominciano ad avere i primi "sballi" intorno agli 11-12 anni è ormai dramma noto. Parliamo di quelle generazioni che stanno scaldando i motori per il patentino da ciclomotore. Di qui, una proposta dagli addetti ai lavori, l'Assobirra, Associazione degli industriali della birra e del malto, di introdurre domande sugli effetti dell'alcol tra i quiz per l'esame della patente di guida. La Coop, da dicembre scorso, ha messo sulle etichette dei vini a marchio privato indicazioni per il corretto uso dell'alcol, il Rotary ha elaborato una proposta di legge che vieta la vendita degli alcolici ai minorenni, mentre sulla riviera romagnola è stato realizzato il progetto "Camera di decompressione" in cui vengono accolti i giovani ubriachi usciti dalla discoteca. Proposte che si susseguono, gocce nel mare ebbro mentre la costruzione del nuovo codice della strada va sempre più piano.
«Ricordiamo - spiegano ad Assobirra - che sono 651.000 i giovani della fascia d'età tra i 18 e i 24 anni che dichiarano un consumo giornaliero non moderato o fenomeni di binge drinking». Il "gioco" di arrivare oltre 6-7 bicchieri di alcol fino ad ubriacarsi. L'abbuffata di alcol in una sola occasione. Per gioco, per sfida.
Anche tra le ragazzine, le neofite dell'overdose di alcol. Come se la birra in più, il microsballo sotto casa riuscisse a dar loro più fascino e carica di seduzione. Un pensiero che si è insinuato come una biscia tra i comportamenti e che non si riesce ad eradicare. Risultato: tra le giovanissime si registrano valori più alti rispetto alla media femminile nazionale. Quasi il 4% rispetto alla media del 2%. Tempo un paio d'anni e prenderanno la patente. «Bisogna fare pubblicità progresso - insiste Scafato -. Ma quella vera. Che magari riesca a contrastare i 169 milioni di euro spesi in pubblicità di bevande alcoliche. Fondamentali i ruoli della scuola e della famiglia per imparare a gestire l'alcol».