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Gli italiani giocano sempre di più: i dati di uno studio

Gli italiani giocano sempre di più: i dati di uno studio

Gli italiani tirano la cinghia, ma quando si tratta di giocare sono generosi. Secondo uno studio Agipronews su dati Istat e

Confcommercio, nel 2009 ogni italiano residente ha speso per i giochi pubblici ben 906 euro, il 6% dei consumi generali

annui. Ma il dato più eclatante è che il settore dei giochi è esploso proprio nell'ultimo biennio, quando cioè la crisi

economica ha fatto calare i consumi generali. Negli ultimi due anni la raccolta dei giochi pubblici è passata da 42 miliardi

a oltre 54 (+29,2%).
Si spende di più al Centro Italia, 974 euro a persona, contro i 939 nel Nord e gli 824 del Sud. Ma se si analizza il rapporto

giochi-consumi il primato è del Sud. La Regione più giocatrice è l'Abruzzo, dove ognuno spende mediamente 1101 euro annui,

corrispondenti all'8,6% dei consumi. Appena inferiore la percentuale della Campania, 8,5%, con 927 euro l'anno. Al terzo

posto c'è il Molise (848, 7,2%), mentre le tre Regioni che spendono meno sono il Trentino Alto Adige (801 euro con

un'incidenza inferiore al 4%), la Valle d'Aosta (4,1%) e il Veneto (4,5%).
L'Adoc commenta questi dati anticipando una stima per il 2010: si spenderà circa l'8%. "Stimiamo che nel 2010 l'8% dei

consumi annui degli italiani sarà destinato ai giochi pubblici - dichiara Carlo Pileri, Presidente dell'Adoc - il 2% in più

del 2009. Senza contare la spesa per i giochi clandestini e non regolari, un fenomeno in crescita purtroppo anche tra i più

giovani, soprattutto nel settore del gioco online e dei casinò in linea, che spesso si consuma senza regole e fuori dai

confini nazionali. In questo senso sono gravi le responsabilità delle trasmissioni dedicate al poker e del continuo spam sui

casinò online. Aumentano lo spirito di emulazione e, di conseguenza, il rischio di indebitamento per migliaia di

consumatori".
L'Adoc chiede che il 5% delle entrate derivanti dalle giocate sia destinato ad un fondo di assistenza, gestito in

collaborazione con le Associazioni dei consumatori e quelle operanti nel sociale, "che promuova campagne informative sui

rischi legati al gioco d'azzardo, che controlli l'espandersi del fenomeno e che dia aiuto sia economico che psicologico alle

famiglie vittime del gioco d'azzardo, che rischiano di cadere nella trappola dell'usura e della malavita organizzata, con il

rischio che quest'ultima gestisca sempre di più vasti settori sociali."
Secondo l'Adoc il boom dei giochi è legato a doppio filo con il perdurare della crisi economica. "Si è passati dai pochi

giochi disponibili (Totocalcio, Lotto, Totip) in cui la giocata era limitata all'1-2% dei consumi annui, alla anomalia

odierna - continua Pileri - dove i giochi regolari gestiti o controllati dallo Stato vanno moltiplicandosi, dal Superenalotto

al Gratta&Vinci, dalle sempre più diffuse slot machine nei bar alle scommesse, sportive e non, dal bingo ai giochi

televisivi. Per non parlare, poi, delle slot machine gratis disponibili su Internet. Esiste oramai una giungla che ti lusinga

e che ti illude di risolvere i problemi legati alla crisi economica e occupazionale con vincite che in realtà sono

percentualmente improbabili, ai limiti dell'impossibile. D'altronde - conclude Pileri - nel momento di crisi c'è sempre la

tendenza di aumentare il numero di giochi e di giocate. E sono le zone più depresse, come il Sud, la Campania o l'Abruzzo, ad

essere quelle più influenzate, come dimostrato anche in quest'occasione dai dati dello studio di Agipronews".
Fonte: Help Consumatori