Global Drugs Survey: come disincentivare il consumo di alcolici con la stessa strategia usata per le sigarette
Disincentivare il consumo di alcolici è possibile se si segue la strategia usata per le sigarette
C’è un modo per convincere le persone a bere meno alcolici: scrivere sulla bottiglia o sulla lattina che la diminuzione dell’assunzione (anche di piccole quantità) fa calare il rischio di sviluppare sette tipi di tumori. Meno efficaci risultano invece altri avvisi quali quelli sulle calorie presenti o sui possibili danni cardiovascolari.
Il potenziale ruolo di scritte analoghe a quelle presenti sui pacchetti di sigarette arriva da un’analisi effettuata sui dati inglesi del Global Drugs Survey, una grande indagine sul consumo di sostanze d’abuso cha ha verificato le abitudini e le propensioni di 130.000 cittadini di 44 paesi, 3.600 dei quali sudditi di Sua maestà.
Interrogati su che cosa avrebbero pensato se fossero stati apposti sette tipi di scritte, dai danni al fegato al consiglio di astenersi dal bere almeno due giorni a settimana, o che gli alcolici contengono molte calorie, i britannici hanno risposto che queste informazione, non li avrebbero convinti a modificare le proprie abitudini.
Viceversa, la dicitura “bere di meno riduce il rischio di sviluppare sette tipi di tumore” avrebbe indotto il 40% dei partecipanti a ripensare alla quantità di alcol assunta e probabilmente a bere di meno, anche se il 55% ha dichiarato che non modificherebbe nulla e il 5% di avere dei dubbi in merito. Per contro, solo il 31% ha risposto che muterebbe le proprie abitudini se leggesse una scritta sulle calorie.
Le meno informate sui danni dell’alcol sono risultate essere le giovani donne (con meno di 25 anni): il 65% di loro ha ammesso di non conoscere l’associazione con i sette tipi di tumore e il 46% di non sapere che astenersi anche solo per due giorni a settimana può ridurre in misura significativa il rischio di sviluppare una malattia epatica.
Restando in Gran Bretagna, la Scozia detiene un poco invidiabile primato: è prima, tra i 44 paesi, per accessi al Pronto Soccorso causati dall’alcol, che hanno interessato il 4,2% dei partecipanti (un tasso doppio rispetto ai cugini inglesi); nel suo insieme, l’isola è al quinto posto (insieme alla Russia), per accessi al PS: il 3% del campione ne ha avuto bisogno, soprattutto se aveva meno di 25 anni, contro lo 0,8% di francesi e tedeschi.
Proprio a causa di numeri come questi, molti si stanno interrogando su come intervenire, e secondo Adam Winstock, psichiatra esperto di dipendenze e tra gli ideatori dell’indagine, l’avviso sul rischio oncologico potrebbe essere efficace, anche se non nega che molti restano scettici. L’esperto punta poi il dito contro le aziende che – sottolinea – non fanno nulla per scoraggiare le bevute, soprattutto quelle eccessive, concludendo lapidario: “le aziende lasciate libere di autoregolarsi si organizzano per conseguire il loro profitto, non la salute pubblica”.
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copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://ilfattoalimentare.it/disincentivare-consumo-alcolici.html
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)