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Finisce in Olanda l'epoca dei coffee shop

Fin dal 1976 in Olanda era possibile acquistare e consumare, in locali aperti al pubblico conosciuti in tutto il mondo come “coffeeshop”, un quantitativo di marijuana e/o hascisc non superiore ai 5 grammi per persona. Una consuetudine che nel corso degli anni si è rivelata pericolosa  per tutta una serie di evidenze scientifiche.  Dal  primo  maggio le regole però sono cambiate. Difatti è entrata in vigore una normativa, che progressivamente diverrà sempre più stringente, per cui sono autorizzati all’ingresso presso questi negozi solo i cittadini olandesi. Attualmente sono attive quasi 700 licenze che afferiscono ad altrettanti esercizi commerciali (un numero stabile da circa 10 anni) dediti a questo lucroso business. In una rilevazione del 1995 il numero dei locali superava le 1500 unità ed ulteriori 600 non completamente regolarizzati. Numeri esternamente preoccupanti che hanno costretto il Governo a prendere delle suzioni drastiche per limitare il grande consumo di sostanze e l’assalto di migliaia di indisciplinati turisti pronti allo “sballo facile”.  Il giro di vite parte con l'introduzione della "carta cannabis" una sorta di lasciapassare, valevole solo per chi risiede nei Paesi Bassi che pone rigidi paletti sull’accesso ai “coffeeshop” (che diventeranno presto dei veri e propri “circoli chiusi” con un massimo di 2.000 iscritti, vietati anche ai minori) e la tipologia di prodotti in vendita.  Il dispositivo è attivo oggi in tre province pilota (Zelanda, Brabante e Limburgo-Nord) al confine con il Belgio e la Germania; successivamente la direttiva sarà estesa nel 2013 anche ad Amsterdam ed a tutto il resto della nazione.

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)