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Grosseto: in bici dopo aver bevuto, pena di quattro mesi

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In bici dopo aver bevuto. Pena di quattro mesi

GROSSETO. Pedalava in bici dopo aver alzato il gomito. Chissà se quel suo stato aveva influito in qualche modo nell'incidente di cui era rimasto vittima all'incrocio tra via De Nicola e via Einaudi, la notte della vigilia di Natale 2010. Un incidente in cui poteva essere rimasta coinvolta, secondo una testimonianza, la Fiat 600 condotta da una donna che si era poi allontanata. Qualunque siano stati il ruolo e la sorte della automobilista, la Procura ha comunque messo sotto processo il ciclista per guida in stato di ebbrezza. Un reato in cui può incorrere chi si metta in strada alla guida di un qualsiasi mezzo. E per Jose Farini, oggi 51 anni, nativo di Magliano in Toscana, il tasso era risultato particolarmente elevato: 3,29 grammi di alcol per litro di sangue, oltre 6 volte il consentito. Una vicenda che gli è costata una pena di 4 mesi e 1.000 euro di ammenda e la confisca amministrativa della bici; impossibile la sospensione della patente, perché Farini risulta non averne. Così ha deciso il giudice Marco Mezzaluna dopo che la Procura aveva ricevuto la segnalazione dell'incidente, rilevato dalla polizia municipale. Erano le 21 del 24 dicembre quando l'equipaggio era intervenuto a Gorarella, insieme al 118 che aveva dato le prime cure. Sul posto un giovane automobilista che aveva dichiarato di aver visto una donna scendere da una Fiat 600 nuovo modello, controllare l'uomo a terra e quindi scappare velocemente. Se fosse stata lei a investirlo, comunque, il testimone non poteva dirlo, non avendo assistito all'urto. Farini appariva in stato di ubriachezza: alito fortemente vinoso, tono di voce immotivatamente alto. Gli esami eseguiti in ospedale avevano dato risposta positiva. Due giorni prima, ancora la polizia municipale aveva denunciato un altro uomo per guida in stato di ebbrezza. Questa volta in via Porciatti, intorno alle 21,30. La pattuglia aveva fermato una Fiat Punto condotta da Angiolino Chechi, 58 anni, di Alberese. L'automobilista era stato sottoposto ad accertamenti preliminari e quindi al responso dell'etilometro: 2,20 a entrambe le misurazioni di rito. Anche per Chechi il giudice Mezzaluna ha ritenuto congrui 4 mesi e 1.000 euro, con pena commutata in 124 giorni di lavoro gratuito alla mensa della Caritas come chiesto dal difensore. In più per lui sospensione della patente per un anno e confisca dell'auto. (p.s.)


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)