Grosseto, indagine dell'A.S.L.: uno su sei � a rischio alcol e aumentano le donne in terapia
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Indagine dell'Asl: ma "i forti bevitori" sono meno della media regionale
Gli operatori: «Ne curiamo solo una piccola parte perché le famiglie non trovano la forza di rivolgersi a noi»
GROSSETO. Aumentano in modo costante gli "alcol-dipendenti" in Maremma. I dati forniti dall'Unità funzionale dipendenze del distretto "Area grossetana" dell'Asl 9, mostrano negli ultimi anni un costante aumento del numero di pazienti che si rivolgono all'ambulatorio. Si tratta, tuttavia, solo di quelli che decidono di intraprendere un percorso terapeutico. Una minima parte, quindi, con una media costante negli anni superiore alle 100 unità (140 nel 2009) ed un aumento della percentuale di donne dal 14,3 del 2005 al 20 per cento del 2009.
«Questi numeri - spiegano gli operatori - rappresentano comunque solo la punta dell'iceberg di un fenomeno assai più diffuso. Sono molte, infatti, le persone e le famiglie che non trovano la forza di chiedere aiuto al centro di ascolto o all'ambulatorio alcologico. Il nostro invito è a rivolgersi alle nostre strutture, dove potranno trovare adeguato sostegno terapeutico e psicologico, nella garanzia dell'anonimato e nella piena tutela della privacy».
Il dato generale sul consumo di alcolici, tratto dall'indagine "Passi" ("Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia", un sistema di sorveglianza attiva condotto su base provinciale, per monitorare, attraverso un campione di cittadini, le abitudini di vita su alimentazione, fumo, consumo di alcolici, ecc), in provincia di Grosseto si stima che oltre la metà della popolazione tra 18 e 69 anni consumi bevande alcoliche e circa 1/6 abbia abitudini di consumo considerabili a rischio.
I "forti bevitori", quelli che secondo la definizione dell'Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (Inran) consumano più di 2 (per gli uomini) o 1 unità alcolica (per le donne) al giorno, sono circa l'11 per cento della popolazione, contro il dato regionale del 12,5.
Se invece vengono considerate nella percentuale anche le persone "a rischio" (oltre ai "forti bevitori", anche i consumatori occasionali di quantità elevate, detti "binge drinker", e i consumatori di alcolici fuori pasto) la percentuale sale al 18%, contro il 20,5 del dato regionale.