Grosseto: operazione corsie sobrie
alcol prevenzione
Allo studio un test per il personale ospedaliero Controlli a infermieri e medici: così dai reparti arriva il buon esempio
GROSSETO. Un ospedale libero dall'alcol e operatori sanitari (medici o infermieri) monitorati per scovare tracce di qualche bicchiere di troppo? È questo il sogno di chi ogni giorno si scontra col problema delle dipendenze e tenta di scacciarlo come la peste dal suo stesso ambiente: l'ospedale.
Si chiama "Progetto ospedale senza alcol", «è allo studio dell'Asl e deve ancora essere avviato insieme al centro alcologico della Regione», spiega Corlito. «L'idea è che l'ospedale, come tutti i luoghi di lavoro, sia libero dall'alcol. Gli operatori sanitari dovrebbero sempre avere un'alcolemia zero. È prevista l'istituzione di un responsabile alcologico di reparto (medico o infermiere) che individui se vi è un problema dovuto all'alcol e valuti se la situazione è a rischio, accompagnando la persona verso un trattamento». Per scovare l'alcolista in corsie, oltre alla sentinella del reparto, potrebbe arrivare anche un test chiamato Cage, comunemente applicato in ambito medico. «È un acronomimo che sta per "cut down" (ridurre il consumo), "annoyed" (rabbia), "guilty" (sensi di colpa) e "eye-opener" (apre gli occhi). Sono quattro domande (tipo "vi è già capitato di pensare che dovreste ridurre il vostro consumo di alcol", o "sentite il bisogno di bere alcol al mattino per sentirvi in forma?"). Rispondendo sì a due o più domande, «forse si hanno problemi di alcol». Eventuali sanzioni saranno oggetto di un regolamento specifico dell'Asl 9.