Gruppo alpini: eccessi di alcol solo in chi non può calzare il cappello
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Prendo spunto dagli articoli, recentemente apparsi sulla stampa locale, in merito alla preoccupazione espressa dal Prefetto relativamente all'uso di alcool ed alle sue conseguenze che potrebbero verificarsi nel corso del prossimo raduno triveneto degli Alpini, per fare alcune riflessioni. Non in veste di portavoce del Gruppo Alpini di Rovigo, ma in quella di comune cittadino ed anche di studioso dei fenomeni sociali, debbo condividere la preoccupazione del Prefetto e comprendo che il problema nasca da lontano, laddove si sono stigmatizzati comportamenti spiacevoli successi in occasione di precedenti manifestazioni, ma non posso esimermi dal sottolineare che - laddove problemi ci sono stati - essi nella quasi totalità dei casi sono stati causati da persone che con gli Alpini ben poco avevano a che fare.
E se poi qualcuno si è fatto fotografare, in un incontrollabile eccesso del suo "ego" con un impeto di penosa goliardia, indossando il cappello degli Alpini, ebbene, quasi sicuramente quel cappello aveva ben poco titolo ad usarlo.
Io sono "amico degli Alpini" da anni e con orgoglio rinnovo l'adesione al Sodalizio; comunque non avendo prestato il servizio militare negli Alpini, il cappello (quello vero) con la penna nera, haimè, non potrò mai calzarlo! E proprio da attento osservatore della genesi sociale, sottolineo come l'uso i alcool e di sostanze stupefacenti siano diventati vere e proprie piaghe sociali i cui esiti sono sui mass media con un crescendo impressionante ed in capo a fasce d'età molto basse. Non posso non addebitare le colpe di tutto ciò ad una società alla deriva quanto a valori ed a responsabilità, soprattutto in capo a chi avrebbe il compito di fornire buoni esempi e non lo fa. Non vorrei quindi che il rumore del classico albero che cade, superasse il silenzio della foresta che cresce e le statistiche parlano chiaro: mai nessun alpino al ritorno da un raduno ha provocato incidenti di qualsivoglia tipo. E, comunque, se qualcuno dovesse essere trovato positivo ai test specifici, sarà giusto paghi in modo esemplare. Purtroppo di "infiltrati" dai costumi facili ce ne possono essere in tutte le occasioni: dalle sagre paesane alle feste di partito; dalle celebrazioni ufficiali alle adunate d'arma e sono certo che per quanto attiene il prossimo raduno triveneto, la sorveglianza sarà massima a dimostrazione che lo spirito alpino - quello vero - parla di solidarietà, di affetto, di umile e diuturna presenza tra la gente e con la gente e ben lo sta riscontrando il Popolo abruzzese che riconoscente apprezza l'opera degli alpini i quali, proprio per il loro essere, forniscono un esempio positivo alla società intera ed ai giovani in particolare, un esempio che parla di disciplina, di ordine e di rispetto altrui, nel ricordo e con l'esempio di chi è "andato avanti" ma con la voglia di lasciare, ovunque siano passate le Penne Nere, un buon ricordo ed un fulgido esempio di dedizione ai valori fondamentali cui ogni società deve ispirarsi per avere un futuro migliore.
Flavio Ambroglini - Portavoce Gruppo Alpini