338-1938888 o 331-2460501/2/3 o 0172-55294[email protected]

News di Alcologia

Guida e vino: connubio possibile o solo repressione?

alcol vino prevenzione guida giovani alcolismo

La domanda appare di una semplicità disarmante, la risposta o le risposte presumibilmente molto più complesse. Iniziamo dalla prima: è possibile coniugare le esigenze di un territorio a forte natura vinicola e gastronomica, nonché di grande richiamo turistico proprio in virtù della bellezza dei luoghi e delle sue prelibatezze come la Langa e più in generale tutta la provincia di Cuneo, con la normativa che prevede una soglia massima di 0,5 grammi per litro di sangue attualmente in vigore per gli automobilisti? Anzi, per chiunque utilizzi mezzi di locomozione, biciclette comprese.
Il ‘venerdì' ovviamente non ha una risposta. In attesa che qualcuno ci aiuti a capire, ci limitiamo ad osservare che da qualche giorno il problema è di strettissima attualità. A dare la stura ufficialmente alla questione è stata la presidente della Provincia Gianna Gancia nel corso di una conferenza stampa sul comitato di monitoraggio per la sicurezza stradale: "Per quanto riguarda l'abuso di alcol alla guida, è necessaria la tolleranza zero per i trasgressori. Attenzione, però, a non colpevolizzare le singole categorie (albergatori, operatori turistici): il problema, seppure gravissimo, sembra infatti incidere in minima parte fra le cause degli incidenti stradali". Pochi giorni dopo scende in campo la Coldiretti: "Senza una cultura del bere in modo corretto e responsabile si rischia di demonizzare il vino e tutti coloro che lo sanno apprezzare, con gravissime ripercussioni economiche sulle cantine vitivinicole. Ridurre ulteriormente il limite di alcol presente nel sangue porterà a cancellare totalmente la possibilità di bere vino". È poi la volta dell'Unione Provinciale Agricoltori di Cuneo con il suo presidente Roberto Arione: "Diciamo no alla quota zero alcol per chi guida perché si penalizzano i produttori e si cancella il vino dalla nostra cultura".
Complice la vendemmia, che peraltro si preannuncia ottima, è normale che i produttori - ma non solo loro - attraverso i rappresentanti di categoria lancino il grido di allarme. Sembra quasi che sia in atto una sinergica difesa di un territorio che, partendo dalle Istituzioni e passando per le categorie produttive, commerciali e turistiche punti a sbarrare la strada a chi propone la ‘quota zero alcol' per chi guida. Una linea sinergica o di lobby che dir si voglia assolutamente legittima, che si muove magari senza regia, ma che se tiene conto della domanda iniziale di questo ‘Venerdì' non fornisce risposte su quali limiti dovrebbero eventualmente essere adottati o a quale normativa affidarsi per un giusto equilibrio tra il bere e la guida sicura.
Qualcuno sostiene la tesi che chi guida l'auto non deve beve. Punto e basta. Qualcun altro suggerisce il buon senso. Ma il buon senso da solo non basta, anche se, come diceva Mel Gibson nel film Braveheart "è il buonsenso che ci rende uomini". Così come non basta portare a sostegno delle proprie tesi le percentuali ed i numeri che dicono che tra le cause di morte sulla strada l'alcol è ‘solo' al tre per cento del totale. Certo il buon senso, aiuta. Sembra in effetti che questa buona virtù non manchi, se ogni domenica solo in Langa ci sono decine di manifestazioni con appuntamenti e tour gastronomici e non risultano esserci né incidenti né sanzioni né patenti ritirate, almeno leggendo ciò che riporta la stampa. Mentre di notte, dove il traffico è prevalentemente giovanile, e dove i controlli sono molto ferrei, non mancano sanzioni e patenti ritirate. Nessuno equivochi su queste affermazioni: non si tratta di criminalizzare il mondo giovanile, è soltanto una semplice constatazione che fa risaltare, fino a prova contraria, che le maggiori sanzioni legate alla guida con un tasso alcometrico superiore alla norma vengono comminate di notte. Sagre, feste paesane legate al vino e all'enogastronomia, l'enobike e quant'altro è turismo enogastronomico, molto amato da svizzeri e tedeschi, sembrano essere più al riparo dal temuto etilometro. Sarà un caso o sarà il trionfo del buon senso?
In attesa che qualcuno provi a dare una risposta convincente alla domanda iniziale non sarebbe male, ad esempio, mettere in atto una buona azione informativa e di prevenzione, che punti ad una vera cultura della guida e metta in guardia dai pericoli degli abusi, su tutti le sostanze stupefacenti e l'eccessivo consumo di alcol. Non parliamo ovviamente dei due bicchieri di vino che si bevono durante una cena o un pranzo magari di piacere. Il bere non è di per sé dannoso, men che meno in modica quantità durante un appuntamento conviviale cercato e voluto come momento di festa tra amici, come incontro tra morosi o il pranzo con i parenti. Come fare a scoprire se i canonici due bicchieri corrono il rischio di farti annoverare tra gli etilisti o i pazzi furiosi amanti della guida no limits che si mettono al volante con più alcol in corpo che benzina nel serbatoio? Ecco: ad esempio non sarebbe male che gli apparecchi che misurano il tasso alcometrico che già si trovano in commercio a un prezzo piuttosto elevato soprattutto per le tasche di un giovane, trovassero magari un sostegno all'acquisto. Così come non sarebbe male che ci fossero controlli all'uscita dei locali pubblici, prima cioè che ci si metta alla guida, sia da parte delle Forze dell'Ordine o attraverso la presenza di mezzi di soccorso con medico e infermieri volontari, affidati magari ai volontari delle varie Croci Rosse, Verdi, Bianche o della Misericordia che ci sono sul territorio.
Tutte queste cose assieme forse aiuterebbero a crescere consapevoli che gli abusi vanno puniti, che nessuno di noi è un eremita e può fare ciò che vuole, ma che il vivere e gustare i piaceri quotidiani, come il muoversi per territori stupendi, andare alla scoperta di luoghi e tradizioni locali, sedersi a tavola, mangiare e bere, fanno parte della nostra quotidianità. Ma anche la tutela della vita, la nostra e l'altrui, non può essere affidata solo al buon senso. Né all'etilometro. E nemmeno alle legittime esigenze produttive di un territorio come la Granda. Magari la quadratura del cerchio è anche possibile. Proviamo a ragionarci su.