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Guida in stato di ebbrezza: l'assunzione di farmaci non salva l'automobilista ubriaco

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Guida in stato di ebbrezza: l'assunzione di farmaci non salva l'automobilista ubriaco
Stretta della Corte di Cassazione: chi assume farmaci contenenti alcol e deve guidare è tenuto maggiormente ad astenersi dal bere alcolici


La Corte di Cassazione, sez. IV penale, sent. n. 48239 depositata il 13.12.2012, raffredda le speranze degli automobilisti pizzicati dall'etilometro. L'assunzione di farmaci contenenti alcol, lungi dal sollevare dalla responsabilità chi viene trovato a guidare in stato di ebbrezza, è ininfluente sul risultato dell'alcoltest, perchè chi assume tali farmaci sa che contengono alcol e deve regolarsi di conseguenza.


ACOLTEST SEMPRE PIÙ INATTACCABILE - La pronuncia giunge dopo che lo scorso luglio la stessa Corte aveva aperto uno spiraglio alla tesi dell'invalidità della prova etilometrica in caso di assunzione di farmaci. Ne avevamo riportato il contenuto quest'estate , in sostanza il mancato approfondimento dell'interazione farmaco-alcol, aveva spinto gli Ermellini ad accogliere il ricorso dell'automobilista. Ora però, forse anche per chiarire la posizione della Suprema Corte sull'argomento, le affermazioni contenute in questa nuova sentenza sono lapidarie. L'acoltest è sempre più inattaccabile, non servirà provare di assumere farmaci contenenti alcol per inficiarne il risultato.


UN CASO DI EBBREZZA GRAVE - Il caso riguardava una rilevazione etilometrica superiore a 1,5 g/l, ovvero superiore al limite dello scaglione massimo di sanzioni previste dall'art. 186 co. 2, lett. c) C.d.S., detto anche di "ebbrezza grave". Il farmaco invocato come elemento di disturbo della prova etilometrico era il Ruscoven, contenente g. 2,66 di estratto idroalcolico in 100 gocce. L'esiguità dell'apporto alcolico del farmaco, in presenza di ebbrezza grave, ha condotto gli Ermellini a rigettare senza incertezze il ricorso dell'automobilista.


NON CONTA QUANTO BEVI, MA QUANTO ALCOL HAI NEL SANGUE - I Giudici di Piazza Cavour hanno colto l'occasione per precisare alcuni principi sulle norme inerenti la guida in stato di ebbrezza. In particolare dice la Corte: "il parametro di riferimento adottato dal legislatore per valutare lo stato di ebbrezza non è rappresentato dalla quantità di alcol assunta, bensì da quella assorbita nel sangue, misurata in grammi per litro. Si tratta di una presunzione "iuris et de iure", che porta a ritenere il soggetto in stato di ebbrezza ogniqualvolta venga accertato il superamento della soglia di alcolemia massima consentita, senza possibilità da parte del conducente di discolparsi fornendo una prova contraria circa le sue reali condizioni psicofisiche". Ovvio che, muovendo da questo assunto, non poteva la Corte tener in alcun conto la circostanza dell'assunzione del farmaco. Se conta solo quanto alcol hai nel sangue non serve fornire indicazioni sulla provenienza di esso. Anzi, chi assume farmaci deve astenersi dall'assumere bevande alcoliche e spesso evitare di mettersi alla guida, quindi non c'è alcuno sgravio di responsabilità.


di Antonio Benevento


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)