"Guida tu, io ho bevuto troppo"
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Le iniziative sensibilizzare i ragazzi sui rischi che comporta la guida associata al consumo dell'alcol e, allo stesso tempo, promuovere la figura del guidatore designato si moltiplicano. Era ora, vien da dire davanti a tante tragedie: gli incidenti stradali sono la prima causa di morte tra i giovani. Nel 2007 si sono registrate 1.752 vittime di età compresa tra 18 e 34 anni e i sinistri nelle notti del weekend, tra le 22 e le 6 del mattino, hanno provocato 621 morti. Da rabbrividire.
Per contrastare il fenomeno la Fondazione ANIA per la Sicurezza Stradale, Automobile Club d'Italia e Diageo hanno realizzato «Stasera Guido Io». L'idea, che si è concretata in un tour itinerante partito da Roma il 12 giugno con chiusura a Lecce il 18 luglio, attraversando sei Regioni e nove Province, vuol far capire ai giovani (ma il discorso è valido per gente di qualunque età) un concetto assai semplice, già applicato in molte parti d'Europa: in un gruppo di amici, a turno, si designa chi per una sera rinuncia a bere e accompagna a casa gli altri in sicurezza, almeno sotto questo punto di vista.
Purtroppo, l'incidentalità stradale è una vera emergenza nazionale. Basti pensare che nel 2007 in Italia si sono registrati 230.871 sinistri che hanno causato il decesso di 5.131 persone e il ferimento di 325.850. Tra le cause emerge la guida in stato d'ebbrezza, un problema che, come dicevamo, in altri Paesi viene affrontato con buoni risultati proprio con la pratica del guidatore designato. In Italia questa figura non è diffusa: più di una persona su dieci si mette al volante dopo aver bevuto almeno due bicchieri di vino o due lattine di birra, quantità sufficienti per abbassare significativamente la soglia di sicurezza.
Come si articola l'iniziativa? Nei locali delle principali regioni italiane che hanno aderito a «Stasera guido io», i ragazzi sono sensibilizzati sull'idea del guidatore designato e invitati a partecipare a un concorso che mette in palio 50 corsi di guida sicura presso il Centro ACI di Vallelunga. I concorrenti devono dimostrare di conoscere il Codice della Strada, cimentandosi al volante con un simulatore di guida sicura.
Secondo le stime congiunte della Toronto University e dell'Osservatorio nazionale alcol dell'Istituto Superiore di Sanità, entro i prossimi anni l'alcol alla guida rappresenterà, dopo il cancro, la principale causa di disabilità e mortalità prematura in Italia. Inevitabile concordare con la posizione della Fondazione ANIA: tolleranza zero nei confronti di chi si mette al volante dopo aver bevuto. In sostanza, è necessario applicare un unico principio: «Chi guida non beve e chi beve non guida». Insomma, massima libertà nei confronti di chi vuole consumare alcolici, a patto che, dopo, non si metta mai al volante.
Questa posizione va supportata nelle famiglie e nelle scuole e sostenuta dall'attività di controllo delle forze dell'ordine con gli etilometri. Da parte della politica si è registrato un sussulto positivo. C'è un progetto in corso, da approvare entro agosto, che ha tre punti chiave: tolleranza zero nel tasso alcolemico per i primi 3 anni dal conseguimento della patente e per i guidatori professionali; maggiori controlli sulle strade attraverso i fondi creati con i proventi delle multe; certezza della pena.