Hashish e marijuana: i rischi per la salute dei più giovani
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Hashish e marijuana, i pro e i molti contro per la salute dei più giovani
di Brigida Stagno
C'è chi dice che fa male e continua la sua battaglia, chi ne sostiene invece l'innocuità e addirittura l'utilità in alcune malattie, come la sclerosi multipla o il dolore cronico, battendosi per renderla legale: sulla cannabis (hashish e marijuana) la ricerca scientifica lavora senza sosta, nella speranza di arrivare a una conclusione certa.
Una recente metanalisi (la revisione cioè di più studi scientifici), pubblicata sulla rivista Archives of General Psychiatry, dovrebbe però far riflettere i più tolleranti e di ampie vedute: l'uso di questa droga, considerata "leggera", potrebbe accelerare di diversi anni l'insorgenza di schizofrenia, dimostrando così un legame fra la marijuana e i problemi di salute mentale. Ad arrivare a questa conclusione sono stati alcuni ricercatori australiani della Scuola di Psichiatria dell'Università' del Nuovo Galles del Sud, che hanno analizzato i dati di 80 studi sul legame fra malattie psicotiche e abuso di droghe, per un totale di 20 mila pazienti colpiti soprattutto da schizofrenia. I fumatori di cannabis hanno ricevuto prima la diagnosi, in media di 2,7 anni, mentre l'interruzione o la riduzione del suo uso potrebbe ritardare o prevenire i casi di psicosi.
Meno chiaro è però come hashish e marijuana scatenino la malattia psicotica: tra le ipotesi, il ruolo di fattori genetici o ambientali, o il risultato di una 'interferenza' sul cervello durante il periodo di maturazioni neurologiche importanti, come l'adolescenza. Certo è che, secondo alcuni, lo spinello di oggi sarebbe talmente potente (perché geneticamente modificato) da non poter essere più classificato come "droga leggera". Uno dei più autorevoli studiosi di cannabis, lo psichiatra di Harvard Lester Grinspoon, ha però più volte affermato in passato che una malattia mentale non può essere provocata da sostanze come la marijuana. Si tratterebbe, invece di essere o meno dei soggetti a rischio e "l'erba" potrebbe avere un ruolo nel rendere evidente disturbi preesistenti.
L'uso di cannabis (ma anche di eroina e psicostimolanti), è comunque in crescita e rappresenta una vera emergenza, soprattutto tra i più giovani, con netta prevalenza tra i maschi e in particolare al sud. I dati emersi dallo studio annuale del CNR di Pisa, l'Espad-Italia 2012 (European school survey on alcohol and other drugs) parlano chiaro: su una popolazione scolastica di 2,5 milioni di ragazzi, oltre 500mila studenti delle scuole medie superiori ? l'hanno provata. L'indagine ha coinvolto 45 mila adolescenti di 516 scuole di tutta la penisola, intervistati attraverso questionari anonimi. Hanno ammesso di averne fatto uso almeno una volta nella vita e negli ultimi dodici mesi rispettivamente il 28,1% e 22,1% dei ragazzi intervistati, contro il 27,5% e 21,5% rilevati nel 2011. L'Italia si pone così di cinque punti sopra il 17% della media europea,( in testa con il 42% la Repubblica Ceca e poi la Francia con il 30%). L'assunzione è avvenuta venti o più volte nell'ultimo anno per il 31% dei consumatori e il 16% delle consumatrici. L'età media del primo contatto? 15 anni.
Gli effetti del THC, la sostanza attiva dei cannabinoidi, dosabile anche nelle urine e nel sangue, variano a seconda dell'abuso: piccole quantità provocano una sensazione di benessere, di euforia e di rilassamento, mentre quantità elevate possono dare allucinazioni simili a quelle provocate da sostanze allucinogene (LSD), ma anche ansia, crisi di panico e "paranoie". L'uso continuativo, cioè cronico, può invece causare (soprattutto negli adolescenti) compromissione dell'attenzione, dell'apprendimento e della memoria a breve termine, e uno stato di apatia. La cannabis, come l'alcol, può alterare le funzioni cerebrali, come un rallentamento dei riflessi e una percezione distorta delle proprie capacità, causa di incidenti stradali e sul lavoro. Alcune recenti ricerche hanno poi dimostrato la possibilità della dipendenza fisica, oltre che psicologica.
Secondo altre ricerche lo spinello esporrebbe al rischio di tumore polmonare circa venti volte di più rispetto alla sigaretta di tabacco, probabilmente perché fumare "erba" presuppone boccate più profonde e lunghe, con maggiore inalazione di catrame e monossido di carbonio. La cannabis, insomma nuoce alla salute, ma c'è sempre chi scende in piazza per prenderne le difese: è di pochi giorni fa l'ennesima manifestazione mondiale contro il proibizionismo antidroga,la Million Marijuana March, nata nel '99, celebrata con un corteo organizzato a Roma e in moltissimi altri paesi (più di 50). L'obiettivo è stato la sua legalizzazione e la possibilità di coltivare liberamente la pianta, senza conseguenze penali.
Intanto da pochi giorni la canapa utilizzata a fini medicinali e terapeutici è legale nella Repubblica Ceca:la legge, approvata a dicembre scorso, autorizza l'uso della marijuana per attenuare gli effetti di alcune malattie gravi, quali il cancro, il morbo di Parkinson, la sclerosi multipla o l'Aids, situazioni decisamente molto diverse dall'uso ricreativo, che resta illegale. Per chi soffre di queste patologie sarà possibile acquistare la marijuana nelle farmacie dietro presentazione della ricetta medica.
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)