Heart: cocaina, danni al cuore in oltre 8 casi su 10
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Cocaina, danni al cuore in oltre 8 casi su 10
Dimostrati per la prima volta problemi cardiaci consistenti anche in persone senza sintomi
La cocaina è lo stupefacente più diffuso, "sdoganato" ormai fra i professionisti come fra i ragazzini. E stando ai dati dell'osservatorio di
Bruxelles l'Italia è fra i Paesi europei dove il consumo di cocaina è più elevato, mentre secondo uno studio dell'Istituto Mario Negri sulle
acque reflue della città solo a Milano ogni giorno se ne consumano almeno 9 dosi ogni mille abitanti. I rischi del consumo di cocaina però
sono tanti, anche più di quanto si pensasse finora: una ricerca condotta da Giovanni Donato Aquaro e Michele Emdin delle Unità di Risonanza
Magnetica e di Medicina Cardiovascolare della Fondazione Monasterio-CNR di Pisa, pubblicata dalla rivista Heart, ha dimostrato per la prima
volta che il cuore di chi "tira" cocaina è assai malmesso, anche in assenza di sintomi.
STUDIO - La ricerca, condotta in collaborazione coi SERT della Toscana coordinati da Milo Meini della ASL5, ha coinvolto 40 persone che
facevano uso cronico di cocaina (la maggior parte consumandola per inalazione), analizzati attraverso biomarcatori nel sangue specifici di
danno miocardico (troponina, NT-proBNP), l'elettrocardiogramma nelle 24 ore, l'ecocardiogramma, il test da sforzo e la risonanza magnetica.
Nessuno di loro aveva alcun sintomo di problemi cardiaci, ma la risonanza magnetica ha evidenziato danni al cuore nell'83 per cento dei casi:
quasi la metà presentava tracce di edema cardiaco, il 73 per cento aveva segni di fibrosi cardiaca. In altri termini, danni acuti o cronici
che pur non dando per il momento alcun sintomo possono rappresentare l'esito di un vero e proprio infarto: si tratta di un evento niente
affatto insolito nei cocainomani, infatti si stima che un infarto su quattro in persone con meno di 45 anni sia di fatto da attribuire alla
cocaina, mentre circa il 3 per cento delle morti cardiache improvvise sarebbe da imputare a questa droga. «Il 23 per cento dei soggetti che
abbiamo analizzato aveva un danno di tipo ischemico, del tutto simile a quello che si vede nel cuore dopo un infarto - racconta Michele
Emdin, coordinatore dello studio -. Danni particolarmente consistenti li abbiamo trovati in chi assieme alla cocaina era solito consumare
alcol: in questi casi le lesioni cardiache sono frequentissime».
RISCHI - Spesso, purtroppo, chi consuma cocaina non ha idea di quanto possa far male al cuore: «Il consumo di cocaina è in crescita costante
nel mondo occidentale - osserva Emdin -. La cocaina oggi è la droga più comunemente usata perché è facile da assumere e da trovare, a costi
relativamente bassi, e viene percepita come "sicura" per l'uso "ricreativo" che molti ne fanno. Non è affatto così e oltre ai suoi tanti
effetti nocivi sull'organismo (primi fra tutti i danni al cervello) la cocaina comporta numerosi rischi per il cuore. Il primo infarto "da
cocaina" è stato segnalato trent'anni fa, nel 1982, e da allora è stato un crescendo di studi che hanno dimostrato la sua pericolosità per il
cuore: modifica la struttura cardiaca, provoca lesioni acute e croniche e aumenta considerevolmente il pericolo di infarti, aritmie e morte
improvvisa. I nostri dati per la prima volta dimostrano che i danni ci sono anche in chi non ha alcun sintomo: un esame raffinato come la
risonanza ha infatti evidenziato alterazioni che con altri metodi di indagine sono più difficili da riscontrare. Ma ci sono, perciò è
importante sottolineare ancora e con più forza quanto la cocaina faccia male al cuore: la probabilità di andare incontro a una patologia
"silente" che può poi "risvegliarsi" e provocare un evento cardiovascolare è elevatissima, i consumatori abituali di cocaina devono saperlo»,
conclude il cardiologo.
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)